auto elettriche

Svolta auto elettriche. L’Unione Europea (UE) ha deciso di prendere una posizione forte e impegnativa per quanto riguarda la lotta contro il cambiamento climatico. Come tutti sappiamo, il 14 luglio 2021 la Commissione Europea ha annunciato il nuovo obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra dell’UE del 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. 

Negli ultimi giorni, però, un’altra iniziativa altrettanto importante ha scosso il settore dei trasporti, in risposta ad anni di dibattiti e ricerche sulle tecnologie a basse emissioni di carbonio per i veicoli: dal 2035 le auto dovranno essere solo elettriche.

Gli obiettivi

L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni di gas serra e migliorare la qualità dell’aria nelle città, dove le auto rappresentano una fonte significativa di inquinamento atmosferico. Secondo la Commissione Europea, il trasporto è responsabile del 25% delle emissioni di gas serra nell’UE, e le auto rappresentano il 60% di queste emissioni.

 

L’introduzione dell’obbligo di avere solo auto elettriche è una mossa importante per raggiungere gli obiettivi climatici dell’UE. Le auto elettriche producono zero emissioni di CO2 quando sono in funzione, e le emissioni generate nella loro produzione e nella generazione dell’energia necessaria per caricarle sono molto più basse rispetto alle auto a combustione. Inoltre, le auto elettriche sono più efficienti delle auto a combustione, il che significa che richiedono meno energia per percorrere la stessa distanza.

L’impatto su imprese e consumatori

Questa decisione avrà un impatto significativo sull’industria automobilistica e sui consumatori. Gli investimenti nelle tecnologie per le auto elettriche aumenteranno, e l’offerta di auto elettriche sul mercato dovrebbe espandersi, con una conseguente diminuzione dei prezzi, rendendole di fatto più accessibili per i consumatori. 

Per rendere questa transizione effettivamente viabile, non bisogna trascurare due fondamentali tasselli. Saranno, infatti, necessari notevoli investimenti sia nel miglioramento delle infrastrutture di ricarica, come le stazioni di ricarica rapide, sia in tecnologie per la gestione dell’energia, come il bilanciamento della rete e la gestione delle batterie.

Il “contro-inquinamento” da batterie

Ma quali sono le criticità connesse ad un uso massivo di batterie? Innanzitutto, le batterie contengono molti elementi chimici critici, sia dal punto di vista della disponibilità, sia dal punto di vista dell’approvvigionamento per ragioni geografiche e/o socio-politiche. La tecnologia dominante nel settore automotive, che vale attualmente oltre il 70% del mercato globale, è la cosiddetta «Generazione 3», con celle composte da grafite, litio, cobalto, nichel e manganese. Ad eccezione degli ultimi due elementi, tutti gli altri sono stati inseriti dalla Commissione europea nell’elenco dei materiali critici, su cui l’Europa ha controllo minimo o nullo. Inoltre, i processi di produzione di queste batterie sono altamente energivori e inquinanti.

Come ci si sta muovendo per ovviare a queste criticità? La Commissione Europea sta incentivando buone pratiche di riuso e riciclo delle batterie, prevedendo, per il 2030, obiettivi minimi di raccolta del 73% delle batterie per elettronica di consumo e del 61% delle batterie automotive. Ma non basta: la maggior parte degli elementi chimici critici attualmente utilizzati è, infatti, non riciclabile, per cui è necessario passare all’industrializzazione di una nuova generazione di batterie.

Il ruolo della Campania

In Italia, o meglio, in Campania è il progetto a cui sta lavorando FAAM (Gruppo SERI) che, nell’ex stabilimento Whirlpool di Teverola (Caserta) sta costruendo una gigafactory per la produzione di batterie e per il completamento del programma di ricerca, sviluppo e industrializzazione di celle, moduli e batterie al litio di nuova generazione e del programma per il riciclo degli accumulatori a fine vita. I lavori di costruzione del nuovo impianto dovrebbero terminare entro quest’anno per poi avviare le produzioni alla massima capacità produttiva entro il primo semestre 2024.

Il commento del ministro Urso

Si tratta di un cambio di paradigma indispensabile, secondo la nostra classe politica. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha, infatti, detto che ”i nostri obiettivi sono il rilancio della produzione nazionale, l’innovazione tecnologica e la tutela della occupazione“, mentre il Ministro all’Ambiente e alla Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto, ha dichiarato che ”gli obiettivi ambientali non sono in discussione: benzina e diesel sono inquinanti per le nostre città e incidono negativamente sull’effetto serra. Crediamo però che questa ‘exit strategy’ debba condurre a medio termine a un comparto riconvertito più forte, con salde prospettive di sviluppo che tutelino professionalità e posti di lavoro”.

di Serena Lena