Nella Legge di Bilancio 2025, gli incrementi annuali al Fondo Sanitario Nazionale risultano insufficienti per coprire tutte le misure previste, sollevando preoccupazioni per i futuri servizi sanitari. La Fondazione Gimbe, nella sua analisi indipendente, rivela che il reale aumento per il 2025 è di 1,3 miliardi, ben al di sotto dei 3,5 miliardi annunciati dall’esecutivo. “Le Regioni si troveranno a dover scegliere quali servizi ridurre o, in alternativa, ad aumentare l’addizionale Irpef,” afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione.
Un gap nei finanziamenti per le nuove esigenze
La Fondazione Gimbe sottolinea come gli incrementi previsti non bastino per fronteggiare la crescente domanda di servizi sanitari e le spese legate al piano straordinario di assunzioni, alla riduzione delle liste di attesa e ai costi per l’adeguamento contrattuale del personale sanitario. Cartabellotta mette in guardia contro le “cifre fuorvianti”, spiegando che per gli anni successivi al 2025, gli aumenti saranno limitati, lasciando il settore in difficoltà nel rispondere alle crescenti necessità della popolazione e degli operatori sanitari. A oggi, la Manovra prevede solo un aumento cumulativo del Fondo fino al 2030, ma senza incrementi progressivi annuali significativi.
Le misure per il 2025 e il rischio per il futuro della sanità pubblica
Tra le misure previste nella Manovra 2025, spiccano i fondi per il Piano pandemico 2025-2029 (50 milioni per il 2025, che arriveranno a 300 milioni annui dal 2027), le premialità per le Regioni virtuose nel rispetto dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) e un finanziamento aggiuntivo per le cure palliative e le patologie da dipendenze. Tuttavia, Cartabellotta osserva come l’aumento di fondi non sia sufficiente per ridurre il tetto di spesa per il personale sanitario, fondamentale per migliorare l’accessibilità e la qualità dei servizi: “Nonostante gli annunci, non c’è un rilancio progressivo dei finanziamenti, lasciando il Servizio Sanitario Nazionale in condizioni di ordinaria manutenzione pre-pandemica,” conclude.
Sciopero dei professionisti sanitari il 20 novembre
Il gap tra le risorse necessarie e quelle effettivamente stanziate sta già suscitando malcontento tra i professionisti del settore, con uno sciopero programmato per il 20 novembre. I sindacati chiedono incrementi sostanziali per poter garantire ai cittadini servizi adeguati e rispondere al fabbisogno sanitario crescente. Di fronte a tali sfide, la Fondazione Gimbe ribadisce la necessità di un investimento strutturale nella Sanità, che rappresenti una reale svolta per il Servizio Sanitario Nazionale, oggi in emergenza.
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