pensione quota 41 lavoro pensioni

Il Governo Meloni apre ufficialmente i lavori per la tanto attesa riforma previdenziali. Pensioni e assistenza al centro del dibattito politico che vede impegnate anche le parti sociali – oltre agli istituti di previdenza – per trovare la migliore delle soluzioni.

L’obiettivo è arrivare a un sistema più flessibile ed equo già entro l’estate. Cgil, Cisl e Uil si presenteranno con le richieste già avanzate di una flessibilità in uscita a partire dai 62 anni senza penalizzazioni esplicite (oltre quella implicita che si ha versando meno contributi e prendendo l’assegno per più tempo), di una attenzione verso i giovani con una pensione di garanzia e l’uscita con 41 anni di contributi senza limiti di età. Ma è probabile che si debba lavorare su interventi che costino poco per cui è probabile che si proponga una misura di flessibilità che penalizzi le uscite anticipate rispetto all’età di vecchiaia.

E’ sul tappeto comunque la riduzione del limite di 2,8 volte la pensione minima per l’uscita anticipata rispetto all’età di vecchiaia (ora valida solo per tre anni di anticipo per chi è nel sistema contributivo). Si parlerà probabilmente anche della separazione tra previdenza e assistenza.

I tre obiettivi

Mentre in Francia i lavoratori sono in sommossa per la proposta di Emmanuel Macron di aumentare l’età pensionabile a 64 anni, in Italia si pianifica una riforma che possa raggiungere tre principali obiettivi.

Il primo scopo è puntare ad un sistema di forme di pensionamento integrate che consenta di individuare l’accesso a pensione più compatibile con le esigenze personali e sanitarie del lavoratore e al contempo di ricambio generazionale dei datori di lavoro, evitando pericolosi ‘scaloni’ anagrafici.

Secondo obiettivo è la razionalizzazione degli strumenti di prepensionamento attualmente esistenti, prevedendo forme sostenibili di compartecipazione fra oneri a carico del datore di lavoro e dello Stato con esodo dei lavoratori più vicini alla pensione e percorsi “mirati” di staffetta generazionale.

Infine c’è l’intenzione di una verifica, a favore delle generazioni più giovani, di forme di garanzia pensionistica nel caso di carriere contributive discontinue con lo scopo di formare una futura rendita adeguata al tenore di vita con oneri calcolati secondo i principi generali dell’ordinamento pensionistico con l’introduzione di forme di previdenza complementare.

Le intenzioni del Governo Meloni

Obiettivo di fondo, secondo la maggioranza al Governo, è evitare il ritorno alla legge Fornero che fissa per tutti a 67 anni l’età pensionabile. Nei piani di Matteo Salvini ci sarebbe l’idea di consentire l’uscita dal lavoro con 41 anni di contributi, mentre a favore delle donne verrebbe concessa una annualità figurativa, l’anticipo della pensione per ogni figlio avuto e l’abbassamento dell’età pensionabile a 63 anni con almeno 20 anni di contributi.