La Commissione europea sta valutando il ritiro della direttiva Green Claims, la proposta legislativa avanzata nel 2023 con l’obiettivo di regolamentare le dichiarazioni ambientali dei prodotti immessi sul mercato. A rivelarlo sono fonti comunitarie dopo che un portavoce dell’esecutivo UE ha confermato pubblicamente l’intenzione di ritirare la proposta, qualora i negoziati tra Parlamento e Consiglio dovessero distorcerne l’impianto originario.
Il ritiro, tuttavia, non è stato ancora formalmente deciso. Sarebbe necessario un passaggio collegiale all’interno della Commissione e, come spiegano due alti funzionari europei, “non è una scelta che si prende alla leggera né senza prima consultare i co-legislatori”. L’ipotesi è stata condivisa con Parlamento e Consiglio Ue come un “avvertimento”: qualora la versione finale dell’accordo si discostasse eccessivamente dagli obiettivi iniziali, la proposta potrebbe essere ritirata.
Tra le principali preoccupazioni di Bruxelles vi è il crescente rischio che il compromesso politico in discussione possa caricare eccessivamente le piccole e medie imprese di oneri burocratici, scoraggiando così gli investimenti nei mercati verdi e limitando la competitività economica di molte realtà imprenditoriali. La Commissione teme che un’applicazione eccessivamente rigida della direttiva possa avere un effetto controproducente sul piano industriale europeo.
La proposta, al centro di forti critiche da parte dei gruppi PPE e ECR al Parlamento europeo, si trova attualmente in una fase avanzata dei negoziati, con l’ultimo trilogo previsto per lunedì prossimo. Tuttavia, resta da chiarire se tale incontro avrà comunque luogo, visto lo stallo politico e la posizione sempre più cauta della Commissione.
“Il ritiro effettivo è un secondo passo, che avverrebbe solo in una fase successiva”, precisano le fonti europee, sottolineando che il segnale lanciato ai co-legislatori è serio e motivato dalla volontà di salvaguardare l’equilibrio tra sostenibilità e praticabilità normativa.
La vicenda si inserisce in un contesto politico ed economico sempre più complesso, in cui le istanze ambientali si scontrano con le esigenze di flessibilità e semplificazione per il tessuto imprenditoriale europeo, soprattutto in una fase di incertezza globale e transizione industriale.
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