Poliomielite vaccino

I recenti casi di polio a livello mondiale rappresentano “un campanello d’allarme per tutti. È nostra responsabilità condivisa eradicare la polio a livello globale.

Tutti coloro che non sono vaccinati, o i cui figli hanno saltato le vaccinazioni programmate, dovrebbero effettuare la vaccinazione il prima possibile. I vaccini contro la poliomielite si sono dimostrati molto efficaci e sicuri”. Lo ha affermato il direttore dell’Oms Europa, Hans Kluge, in conferenza stampa. Dato “il nostro mondo interconnesso, il virus della poliomielite rilevato di recente a New York – ha detto- è geneticamente legato ai virus rilevati in Israele e Regno Unito”.

A inizio agosto, inoltre, le autorità sanitarie locali americane sono state attanagliate dalle preoccupazioni che perdurano tuttora. “Potrebbero esserci centinaia o addirittura migliaia di casi non diagnosticati”, di infezioni ‘sommerse’, come aveva spiegato alla ‘Bbc’ Patricia Schnabel Ruppert, commissaria alla Salute della contea di Rockland dove due mesi fa è stato segnalato il caso di un uomo non vaccinato che ha riportato una paralisi da polio.

Cos’è la Poliomielite

Descritta per la prima volta da Michael Underwood, medico britannico, nel 1789, la poliomielite è stata registrata per la prima volta in forma epidemica nell’Europa di inizio XIX secolo e poco dopo negli Stati Uniti. La polio è una grave malattia provocata da tre tipi di polio-virus (1,2 e 3), appartenenti al genere enterovirus. Colpisce il sistema nervoso, provocando la distruzione delle cellule neurali e causando una paralisi che, nei casi più gravi, può diventare totale. Nella maggior parte dei casi, gli effetti più devastanti riguardano i muscoli degli arti superiori e inferiori. Quest’ultimi tendono a perdere tono muscolare e a diventare flaccidi (paralisi flaccida). Se l’infezione si estende sia alle braccia che alle gambe, il malato può diventare tetraplegico.

Inoltre, nella forma bulbare, la più grave, l’agente virale paralizza i muscoli innervati dai nervi craniali, riducendo la capacità di respirare, ingerire e parlare. L’unico modo per garantire la sopravvivenza al paziente è collegarlo a un supporto respiratorio. In passato era diffuso l’utilizzo dei polmoni d’acciaio, poi sostituiti da strumenti molto meno ingombranti e che garantiscono una migliore qualità della vita. In Italia l’ultimo caso di poliomielite si è verificato nel 1982.