Nel terzo trimestre del 2024, la pressione fiscale in Italia ha raggiunto il 40,5%, segnando un aumento di 0,8 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2023. È quanto emerge dal Conto trimestrale delle Amministrazioni pubbliche, reddito e risparmio delle famiglie, e profitti delle società, diffuso dall’Istat.
Sul fronte delle famiglie consumatrici, il reddito disponibile ha registrato una crescita dello 0,6% rispetto al trimestre precedente. Questo incremento, tuttavia, è stato accompagnato da un aumento ancora più marcato dei consumi, che sono cresciuti dell’1,6%. Come risultato, la propensione al risparmio delle famiglie è scesa al 9,2%, con una contrazione di 0,8 punti percentuali rispetto al trimestre precedente.
Nonostante la pressione fiscale crescente, il potere d’acquisto delle famiglie è aumentato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente. Questo dato tiene conto di un aumento contenuto del deflatore implicito dei consumi, pari allo 0,2%. L’incremento del potere d’acquisto riflette un parziale recupero del benessere economico delle famiglie italiane, nonostante il contesto di incertezza economica.
I dati Istat confermano una dinamica economica complessa, in cui la crescita del reddito disponibile e dei consumi si accompagna a una minore capacità di risparmio. Questo scenario potrebbe rappresentare un segnale di maggiore fiducia da parte dei consumatori, ma anche una vulnerabilità per la stabilità finanziaria delle famiglie in un contesto di pressione fiscale crescente.
Le implicazioni di questi trend sono significative: mentre l’aumento del potere d’acquisto può sostenere l’economia attraverso una maggiore spesa, il calo del risparmio potrebbe limitare la capacità delle famiglie di affrontare eventuali imprevisti futuri.
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