Giuseppe Conte e Roberto Fico Regionali Campania

Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, sceglie il terreno delle regionali come banco di prova politico per la costruzione di un nuovo fronte progressista. In un’intervista a QN Quotidiano Nazionale, l’ex premier ha lanciato un appello diretto: “Lancio un messaggio ai delusi e a chi si sente distante dalla politica: è importante andare a votare, non rassegnarsi”.

La sfida nelle Marche e la critica ad Acquaroli

Conte individua nelle Marche uno snodo politico cruciale, accusando il presidente uscente Francesco Acquaroli di non aver saputo utilizzare le risorse europee. “Dei 431 milioni destinati alla sanità dal Pnrr, ne sono stati spesi solo 91 – ha sottolineato –. Assistiamo a questo spreco mentre sempre più marchigiani rinunciano a curarsi”. Una situazione che, secondo il leader M5S, avrebbe spinto la premier Giorgia Meloni a correre in soccorso del governatore con nuove promesse di fondi alla vigilia del voto.

Fico e Tridico, i volti del rinnovamento al Sud

Il Movimento ha scelto due figure di forte visibilità per guidare le sfide meridionali: Roberto Fico in Campania e Pasquale Tridico in Calabria, candidati condivisi dall’intera coalizione progressista. “Sono i migliori interpreti di un programma di rinnovamento – ha detto Conte –. Abbiamo lavorato con umiltà e responsabilità per costruire un progetto politico vincente e credibile”.

Il programma: PMI, aree interne e politiche sociali

Al centro della proposta pentastellata c’è un’agenda economico-sociale che mira a colmare i vuoti lasciati dal governo. Conte ha parlato di “sostegno alle piccole e medie imprese, investimenti per le filiere produttive in difficoltà e per le aree interne, oltre a politiche sociali per le famiglie alle prese con caro-bollette e inflazione”. Altro punto centrale è il potenziamento dei centri per l’impiego, per migliorare l’incrocio tra domanda e offerta di lavoro.

Durissime le accuse al governo Meloni: “Lasciare abbandonato chi è in difficoltà è irresponsabile, soprattutto se si preferisce l’assistenzialismo a favore di banche e industrie delle armi”.

L’alleanza progressista e i nodi sulla politica estera

L’intesa con Pd e Avs per le regionali viene vista come un primo passo verso una possibile collaborazione nazionale, ma Conte non nasconde le divergenze, in particolare su difesa ed Europa. “Ci sono differenze che non abbiamo mai negato – ha chiarito –. Per questo il confronto programmatico è ineludibile. Tuttavia, esistono punti comuni, come la denuncia delle violazioni a Gaza”.

Sulle proteste pro-Palestina, l’ex premier ha ribadito la linea del Movimento: condanna degli episodi di violenza ma solidarietà verso chi manifesta per lo stop al conflitto. “Non ci si può limitare a dire ‘non condividiamo’, come ha fatto Meloni – ha affermato –. Il governo deve ascoltare un grido che si leva da mesi”.

Verso un progetto nazionale

Conte ha insistito sulla necessità di costruire “un progetto credibile, saldo, capace di governare e non di sfaldarsi il giorno dopo le elezioni”. Un obiettivo che, se raggiunto, potrebbe trasformare le prossime regionali in una tappa decisiva per definire i nuovi equilibri della politica italiana.


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