reddito di cittadinanza

Tra i punti cardine su cui si snodano, da qui al 25 settembre, le campagne elettorali dei principali partiti in corsa alle elezioni, vi è lo spinoso tema del reddito di cittadinanza. E’ importante sottolineare che nessuno dei programmi diramati dal centrodestra, centrosinistra, M5S e Terzo Polo contempla una radicale abolizione del RdC. Le due macroposizioni, in questo frangente, si dividono tra sostenitori e revisionisti di tale misura.

Tra i più critici del reddito di cittadinanza troviamo il centrodestra.

Nel programma sottoscritto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi Moderati, l’argomento è affrontato dal punto numero 9, su stato sociale e sostegno ai bisognosi. Qui, il centrodestra parla di una “sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro”.Il programma della Lega, ad esempio, da un lato prospetta il mantenimento del sussidio per “percettori inidonei al lavoro” con annessa revisione delle somme erogate in base alle soglie di povertà rilevate sul territorio, dall’altro, per coloro identificati come “idonei al lavoro”, la risorsa del RDC deve essere convertita in un apparato capace di orientare la forza lavoro verso l’occupazione (e quindi corsi di formazione e stage, contratti stipulati con agenzie del lavoro private, con incentivi fiscali).

Il centrosinistra punta a un rafforzamento del sussidio

Il PD detta in ogni caso tre modifiche: revisione dei criteri su cui si fonda il RdC, soprattutto nei casi di famiglie numerose con minori a carico; introduzione della possibilità di continuare a percepire una parte del sussidio anche dopo aver trovato lavoro; riduzione dello scoglio dei 10 anni di residenza per usufruire di questa prestazione.

Il programma del M5S prevede un rafforzamento della misura

I pentastellati promettono “Misure per rendere più efficiente il sistema delle politiche attive oltre a un “monitoraggio delle misure antifrode”. Il partito di Giuseppe Conte ha elevato la difesa del RdC a bandiera della propria campagna.

Più dura infine, la linea del terzo polo

Azione e Italia Viva infatti, sono allineate sulla linea dello scetticismo. “Il Reddito di Cittadinanza (“RdC”) è uno strumento pensato male”, recita il programma di Azione. Per Calenda e Renzi è vitale perseguire il processo di facilitazione dei rapporti tra agenzie private e percettori del reddito, permettendo ai primi un accesso trasparente ai dati dei secondi. E soprattutto la revoca del sussidio qualora si verifichino determinate situazioni come la non partecipazione ai colloqui.