La Commissione europea ha dato il proprio via libera al Piano strutturale di bilancio a medio termine (Psb) dell’Italia, riconoscendo che il documento “soddisfa i requisiti” del nuovo Patto di stabilità e crescita. Secondo l’esecutivo europeo, il piano italiano traccia un “percorso fiscale credibile” per garantire che il debito pubblico del Paese venga ridotto in maniera sostenibile nel tempo. Bruxelles ha inoltre rilevato che le misure proposte giustificano l’estensione dei tempi di aggiustamento fiscale a sette anni, come previsto dalle nuove regole europee.
Il Documento programmatico di bilancio (Dpb) italiano per il 2025 è stato considerato “in linea con le raccomandazioni” della Commissione, grazie a una spesa netta che rientra nei limiti stabiliti. Le stime di crescita del PIL italiano, pari all’1,2% nel 2025, sono state giudicate coerenti con le previsioni autunnali della Commissione, sebbene siano state riviste al ribasso rispetto alle aspettative iniziali per il 2024 a causa di una domanda interna più debole.
Paolo Gentiloni, commissario europeo all’Economia, ha commentato con soddisfazione l’approvazione del piano italiano, sottolineando che la nuova governance economica europea mira a garantire la sostenibilità fiscale e a promuovere una crescita inclusiva. “I progetti di bilancio per il 2025 dimostrano che il consolidamento non avviene a scapito degli investimenti. Allo stesso tempo, dobbiamo essere pronti a rispondere a shock inattesi,” ha dichiarato Gentiloni durante la conferenza stampa.
Il quadro europeo, tuttavia, è meno roseo per altri Paesi. I Paesi Bassi sono stati l’unica nazione tra le 21 esaminate a ricevere una bocciatura netta per il proprio Psb. La Commissione ha raccomandato al Consiglio europeo di intervenire per garantire un percorso di spesa coerente con le regole. Anche il Documento programmatico olandese è stato giudicato “non in linea” con le raccomandazioni.
La Germania, insieme a Estonia, Finlandia e Irlanda, ha presentato piani “non pienamente in linea” per quanto riguarda la spesa, mentre Lussemburgo, Malta e Portogallo sono stati criticati per non aver ridotto i sussidi energetici. La Lituania, invece, è stata inserita tra i Paesi che “rischiano di non essere in linea” con i limiti di spesa previsti.
Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea, ha evidenziato come la prima valutazione dei piani a medio termine dei 22 Stati membri rappresenti un passo importante per consolidare la nuova governance economica. “Questi piani contribuiranno alla sostenibilità fiscale e promuoveranno una crescita inclusiva e sostenibile. Tuttavia, dobbiamo garantire che l’economia europea rimanga competitiva e in grado di affrontare le sfide globali,” ha dichiarato Dombrovskis.
Gentiloni ha infine ribadito che le nuove regole di bilancio, pur rigide, rappresentano un compromesso tra flessibilità e disciplina. “Non punto il dito contro nessuno, ma le regole sono state volute da alcuni Paesi. Ora tocca a noi implementarle con equilibrio e pragmatismo,” ha concluso il commissario.
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