Crisi di governo: il voto al Senato

L’Aula del Senato ha confermato la fiducia al Governo sul decreto Ucraina con 214 voti favorevoli, 35 contrari e nessun astenuto. I senatori presenti e votanti sono stati 249. Il provvedimento è approvato in via definitiva.

Poche le assenze ‘non giustificate’ tra le fila della maggioranza in Senato. I partecipanti al voto e votanti sono stati 249. Tre gli assenti del Movimento 5 stelle (altri 8 i senatori pentastellati assenti ‘giustificati’ perche’ in missione o congedo), 5 della Lega (10 i senatori leghisti in missione o congedo), 5 di Forza Italia (12 in missione o congedo), nessuna assenza per il Pd (3 i senatori in missione o congedo), nessuna assenza nemmeno tra le fila Iv (4 in missione o congedo). E’ quanto risulta dai tabulati della votazione a palazzo Madama.

La protesta in aula

In Aula durante la votazione sono apparsi cartelli bianchi con la scritta nera “No soldi per le armi“. L’iniziativa della protesta è arrivata da Italexit e Alternativa, ai quali si è aggiunto anche il Gruppo Misto. La presidente Paola Taverna ha richiamato due volte i senatori e ha chiesto l’intervento dei commessi per rimuovere i cartelli.

DL Ucraina: aggirato il voto sul ‘riarmo’

Con l’approvazione del decreto Ucraina si è certificato l’ordine del giorno approvato alla Camera per dare il via libera alle spese militari per il 2% del Pil. L’assenza del relatore dell’emendamento, pur facendo saltare il voto al Senato, dà il via libera – di fatto -alla presa d’atto dell’ordine del giorno approvato alla Camera nella scrittura del Def. Si è aggirata così la discussione sull’aumento delle spese militari che aveva imbarazzato non poco il Governo Draghi nell’ultima settimana.