Il vaiolo delle scimmie, noto come mpox, è stato identificato per la prima volta nel 1970 nei villaggi rurali delle foreste pluviali dell’Africa centrale e occidentale. Mentre il mondo era concentrato sull’eradicazione del vaiolo, un altro virus stava lentamente emergendo. Oggi, oltre mezzo secolo dopo, il virus del vaiolo delle scimmie continua a mutare, rappresentando una minaccia significativa per la salute globale.
Un ceppo particolarmente preoccupante, il Clade I, ha recentemente mostrato una maggiore capacità di trasmissione tra esseri umani attraverso i rapporti sessuali. Questo ceppo, che era rimasto quasi silente fino ad ora, causando solo piccoli focolai in Africa centrale, è recentemente emerso con forza, destando preoccupazione tra gli esperti. A partire dalla fine del 2023, un focolaio atipico è stato rilevato in una regione della Repubblica Democratica del Congo, già duramente colpita da conflitti. Sono state identificate circa 240 infezioni sospette, di cui 108 confermate, ma il numero reale potrebbe essere molto più elevato a causa della mancanza di strutture per il tracciamento e l’analisi sistematica del virus nel Paese.
Questo nuovo cluster preoccupa i ricercatori, poiché quasi il 30% dei contagiati ha contratto l’infezione attraverso rapporti sessuali. Questo suggerisce che il virus si stia adattando per trasmettersi più facilmente per via sessuale, aumentando il rischio di una diffusione rapida oltre i confini della Repubblica Democratica del Congo. La virologa Nicaise Ndembi, del Centro Africano per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie, ha sottolineato che il Congo è circondato da nove Paesi, rendendo la situazione particolarmente delicata.
Il Clade I è più letale rispetto alle varianti precedenti, con un tasso di mortalità del 10% tra le persone infette. Questo dato è particolarmente preoccupante, dato che nel 2022 si era già verificata un’epidemia di vaiolo delle scimmie in paesi non endemici, con molti focolai in Europa e negli Stati Uniti. In quel caso, il ceppo responsabile, il Clade II, aveva un tasso di mortalità molto più basso.
La trasmissione interumana avviene principalmente attraverso il contatto fisico stretto, compresa l’attività sessuale. L’epidemia in corso dal 2022 ha visto la maggior parte dei casi tra uomini che hanno rapporti sessuali con uomini (MSM), ma il virus può infettare chiunque abbia uno stretto contatto con una persona infetta. Altre vie di trasmissione includono la trasmissione attraverso la placenta, dalla madre al feto, e durante o dopo la nascita tramite contatto diretto pelle a pelle.
I sintomi del vaiolo delle scimmie includono febbre, intensa cefalea, linfoadenopatia, mal di schiena, mialgia, intensa astenia, vescicole e pustole, che possono evolversi in croste cutanee. Le complicanze possono essere gravi, specialmente per i gruppi di popolazione più fragili, come bambini, donne in gravidanza e persone immunodepresse. Il trattamento è sintomatico, con l’uso di antidolorifici e antipiretici, ma la prevenzione è cruciale.
Il vaccino contro il vaiolo umano offre protezione anche contro il vaiolo delle scimmie. Tuttavia, in Italia, la vaccinazione è stata reintrodotta solo per categorie a rischio, come persone esposte al virus e personale sanitario. Non è ancora chiaro se il vaccino sia efficace contro il Clade I, ma i dati preliminari sono promettenti.
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