Corse alle armi per Europa e Italia

Corsa alle armi in Europa. La Camera ha approvato a larghissima maggioranza con 391 voti favorevoli su 421 presenti e 19 voti contrari (Alternativa, Sinistra italiana e Europa verde) un ordine del giorno che porterebbe le spese militari italiane dagli attuali 68 milioni di euro al giorno a 104 milioni al giorno. Una voce di spesa che negli ultimi anni è sempre stata in crescita.

Che si tratti di semplice precauzione o di un preludio di un nuovo conflitto mondiale non è dato sapere, fatto sta che le maggiori potenze militari europee stanno attuando una vera e propria corsa agli armamenti aumentando le spese militari, Italia compresa.

L’Italia punta all’aumento della spesa militare

L’ordine del giorno collegato al decreto Ucraina è stato proposto dalla Lega e sottoscritto da deputati di Pd, FI, Iv, M5s e Fdi e impegna il governo ad avviare l’incremento delle spese per la Difesa verso il traguardo del 2 per cento del Pil. Ovvero, significa passare dai 25 miliardi l’anno attuali a 38 miliardi l’anno in base ai dati forniti dal ministro Guerini. “Saranno soldi che serviranno per comprare armi e per aumentare gli organici delle nostre forze armate, ormai anacronistici, da circa 150 mila soldati”.

La spesa aumenterà con la legge di bilancio di ottobre

Una direzione già intrapresa dal governo Draghi che, secondo indiscrezioni di stampa, starebbe valutando con la prossima legge di bilancio (ottobre 2022) un incremento graduale della spesa militare di circa 8/10 miliardi di euro nei prossimi 5 anni in risposta agli attuali sviluppi geopolitici. Con l’obiettivo della spesa militare al 2 per cento del Pil, l’Italia seguirebbe così gli altri paesi europei che hanno già previsto l’aumento del budget per la Difesa. Prima fra tutti la Germania, dove il Cancelliere Scholz ha annunciato un piano di riarmo da 100 miliardi di euro per rafforzare l’esercito in risposta all’invasione russa dell’Ucraina. Berlino porta di fatto il budget della difesa al 2 per cento del Pil.

Le forze armate vanno quindi rinforzate. Come spiegato dal capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica generale Luca Goretti durante un’audizione in commissione Difesa.

“In venti anni — ha evidenziato il generale Luca Goretti — siamo passati da 842 a 500 aeromobili, di cui meno di 300 con funzioni combat che rappresentano uno strumento di deterrenza e intervento in caso di crisi. Considerato il tradizionale rapporto di uno a tre per esigenze di manutenzione e approntamento, l’Aeronautica Militare ha oggi disponibili meno di 100 aeromobili impiegabili continuativamente”.

Il bilancio della Difesa era già passato da 21,4 miliardi del 2019 a 24,5 miliardi del 2020, pari rispettivamente all’1,38 e 1,41% del Prodotto interno lordo. Ma il vero balzo in avanti ci sarà nei prossimi anni. Nel 2022 si passerà a 25,8 miliardi di euro l’anno (1,4% del Pil), in aumento del 3,4% rispetto al 2021 e del 19,6% rispetto al 2019.

Come evidenzia l’Osservatorio dei Conti pubblici italiani, “l’aumento nel 2020 è dovuto sia all’incremento degli stanziamenti (circa 1,6 miliardi), sia alla caduta del Pil indotta dalla crisi Covid-19. Anche nel 2021 gli stanziamenti sono aumentati di altri 2,2 miliardi rispetto all’anno precedente. A causa dell’aumento delle risorse nel biennio 2020-2021, il rapporto sarebbe cresciuto anche in assenza della caduta del Pil.

Quanto spende la Nato?

La Nato impiega complessivamente circa 1.103 miliardi di dollari in spese militari, più della metà di quella mondiale con il 56%. Gli Usa sono i primi al mondo con una spesa annua di circa 766 miliardi di dollari, che rappresenta il 3.74% del PIL. Un dato in crescita già da 3 anni.

La Cina dedica all’apparato militare una quota in costante aumento: +76% nel decennio 2011-20. Anche India e Russia registrano una crescita. Mosca è cresciuta costantemente fino al 2016, ha investito molto negli ultimi tre anni, raggiungendo ad una spesa di 67 miliardi di dollari. È il quarto paese mondiale per spese militari nel 2020.

L’Ucraina si trova al 34esimo posto, con quasi 6 miliardi. Il suo trend di spesa è in crescita: 10 anni fa la spesa era di poco più di due miliardi. Kiev quindi spende un decimo rispetto alla Russia in termini complessivi.

Tra i primi 15 Paesi per spesa militare nel mondo, sei sono membri della Nato: USA, Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Canada. Insieme questi Paesi raggiungono una cifra pari al 90% della coalizione Nato e al 50% della spesa globale.

Il nostro paese è al momento nella top 5 europea e all’undicesimo posto al mondo.