La crisi dell’industria automobilistica europea sta assumendo dimensioni preoccupanti, con annunci di chiusure di stabilimenti e massicci licenziamenti da parte di grandi produttori come Volkswagen, Audi, Ford e Nissan. In questo contesto, il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha chiesto a Stellantis di presentare un nuovo Piano Italia, che includa un cronoprogramma preciso per gli investimenti in ogni stabilimento, dettagli sui modelli e sui livelli produttivi, oltre a contratti che garantiscano l’occupazione.
Urso, in un’intervista al Mattino, ha sottolineato l’importanza di una piena collaborazione con le aziende della componentistica per promuovere il Made in Italy e supportarle nella riconversione produttiva. Stabilimenti come quelli di Pomigliano e Melfi potrebbero diventare hub competitivi, a patto che l’Europa riveda le “folli regole del Green Deal”. Il ministro ritiene indispensabile una revisione delle tappe per il passaggio al motore elettrico, che definisce troppo rapide e inadeguate per l’attuale tessuto industriale.
La situazione è drammatica, secondo Urso: “Siamo al collasso dell’auto europea. Lo avevamo previsto e denunciato”. Di fronte ai licenziamenti annunciati dai colossi dell’automobile, Urso ha avviato una mobilitazione su scala europea, ricevendo il sostegno di 15 Paesi membri e delle principali associazioni industriali del continente. Anche l’opposizione sembra convergere verso una revisione del Green Deal, e Urso si augura che i sindacati facciano altrettanto per garantire la tutela dei posti di lavoro.
Da parte sua, la segretaria del PD, Elly Schlein, ha avanzato una proposta per un piano automotive europeo che preveda soluzioni meno rigide rispetto al passaggio al tutto elettrico. Schlein ha sottolineato come in un motore endotermico siano presenti numerose componenti italiane, mentre nelle auto elettriche la parte principale – le batterie – è realizzata in Cina. Ha inoltre ricordato il Report sulla competitività di Mario Draghi, che suggerisce l’impiego di tecnologie alternative come i biocombustibili.
L’introduzione di dazi sulle auto cinesi, pur giustificata dalle regole del Wto per ristabilire condizioni di equo commercio, non è considerata da Urso una soluzione sufficiente. Per il ministro, è prioritario definire una politica energetica e industriale europea che valorizzi produzione e lavoro, garantendo al tempo stesso una transizione ecologica sostenibile.
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