L’autonomia differenziata per le Regioni è uno degli obiettivi politici su cui la Lega punta da anni, e il disegno di legge Calderoli è il testo che potrebbe permettere di raggiungerlo. Il ddl ha avuto l’approvazione del Senato a gennaio, e ora è in mano alla commissione Affari costituzionali della Camera. Oggi, bisogna fare i conti con una pioggia di emendamenti in commissione sull’autonomia differenziata, soprattutto a causa dello stop ai lavori per dedicarsi urgentemente al decreto Pnrr, i tempi per l’approvazione potrebbero allungarsi.
Il Carroccio dovrà accontentarsi di portare il testo in Aula entro la fine di aprile. Una scadenza, però, che potrebbe essere più complicata del previsto da rispettare. I partiti di opposizione hanno presentato circa 2400 emendamenti al ddl. Una mole enorme, che dovrà essere elaborata dalla commissione e poi votata. Ma soprattutto, c’è il decreto Pnrr che ora è a Montecitorio e deve essere convertito in legge. Il decreto scade il 1 maggio, e deve ricevere il via libera della Camera per poi passare al Senato. Massima urgenza. Per questo motivo, e anche per le elezioni in Basilicata del fine settimana, le prossime sedute della commissione Affari costituzionali previste per questa settimana sono state revocate. Così il prossimo incontro della commissione arriverà solo lunedì mattina. E’ quasi impossibile che si arriverà al voto finale di un provvedimento così importante prima delle europee.
Da Milano a Napoli passando per Bari e Roma arriva un netto no dai sindaci all’autonomia differenziata.
“Noi oggi viviamo in un mondo sempre più globale dove le sfide sono continentali non possiamo mai immaginare che determinati temi come il commercio, logistica, le regole della protezione civile possano essere gestite da regioni che in alcuni casi hanno molto meno abitanti di molte città italiane, è un fatto antistorico – ha detto il primo cittadino di Napoli Gaetano Manfredi -. Può portare solo danni perché significherebbe che le regole del commercio possono essere diverse dalla Campania al Lazio. L’autonomia differenziata non può essere argomento di battaglia elettorale, la responsabilità è di tutti, altrimenti chi paga il prezzo sono i cittadini”.
“Sono contrario all’autonomia differenziata come lo ero per la modifica del titolo quinto della Costituzione – ha sottolineato il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro – se l’autonomia differenziata dovesse passare separerà il paese, è come tornare ad una gerarchizzazione territoriale”.
“Ci sono due balle che girano, la prima è che l’autonomia non penalizzerà il sud, la seconda è che non servono molte risorse, serve una montagna di soldi e dove verranno presi?”, ha concluso il sindaco di Milano, Giuseppe Sala.
Bianchi (Svimez): Autonomia in contrapposizione con le Zes
“Zes e Autonomia differenziata sono due modelli incompatibili: da un lato, correttamente, si prova a ricostruire un’unità degli interventi per il Mezzogiorno attraverso la Zes Unica, che comporta, in parte, un accentramento delle scelte strategiche da parte del Governo; dall’altro lato, invece, si sta provando a fare l’Autonomia differenziata con il rischio di frammentare ulteriormente le politiche pubbliche in questo Paese”. Lo ha detto il direttore della Svimez Luca Bianchi.
L’Autonomia differenziata fa paura alle Regioni del Sud: intravedono in quella riforma il rischio di vedere penalizzata la qualità dei servizi pubblici, scuola e sanità in primis.
“L’autonomia non deve essere una riforma a vantaggio di uno e a svantaggio dell’altro. E pensiamo debba favorire tutti, da Bolzano a Pantelleria. Vigileremo per questo. Anche se ritengo che il voto sarà più in là”. Lo ha detto il segretario di Forza Italia Antonio Tajani. Se si allungheranno i tempi? “Importante che ci sia spazio per un dibattito approfondito – ha precisato – In Fi non ci sono malumori. Chiediamo un’autonomia differenziata che non sia a danno di una parte rispetto all’altra”.
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