Concessioni balneari Bolkestein

L’Antitrust torna a far sentire la sua voce sulla questione delle concessioni balneari, un tema delicato che da tempo vede l’Italia in bilico tra le direttive europee e le pressioni delle associazioni di categoria. In pieno agosto, a pochi giorni dal primo sciopero degli ombrelloni, l’Autorità ha inviato una segnalazione all’Associazione Nazionale Comuni Italiani (Anci) e alla Conferenza Stato-Regioni, chiedendo “l’avvio rapido delle procedure di gara” per assegnare i nuovi bandi entro la fine dell’anno, ponendo fine alle “violazioni della concorrenza” derivanti dai rinnovi automatici.

Il richiamo dell’Agcm si basa su tre punti fondamentali:

  1. La scarsità della risorsa demaniale, con particolare riferimento alle spiagge libere, che risultano spesso inesistenti per nuovi potenziali entranti nel mercato. Questo è un dato ormai consolidato anche grazie alle conclusioni del Consiglio di Stato.
  2. La preminenza della normativa europea su quella nazionale, che rende inapplicabili le proroghe previste dal decreto Milleproroghe fino al 2024 o al 2025, in quanto contrarie alla direttiva Bolkestein.
  3. Le motivazioni addotte per giustificare i rinnovi delle concessioni in molte località turistiche risultano “infondati” e non rispettano la legge, che limita le proroghe a circostanze eccezionali legate a specifiche problematiche nella conclusione delle procedure selettive.

L’Antitrust sottolinea che in nessuno dei casi esaminati le amministrazioni concedenti avevano avviato una procedura selettiva, condizione indispensabile per applicare la normativa italiana sulle proroghe. Questo ha spinto l’Autorità a richiamare con forza gli enti locali alla corretta applicazione delle leggi.

Le reazioni delle associazioni di categoria non si sono fatte attendere. Antonio Capacchione, presidente del Sindacato italiano balneari, ha replicato: “L’Autorità fa riferimento a una proroga automatica generalizzata, che è chiaramente improponibile. Siamo sempre stati d’accordo con l’idea di una proroga differenziata.” Marco Maurelli, presidente di Federbalneari, ha criticato l’operato dell’Agcm: “L’Agcm adotta due pesi e due misure che non rappresentano mai una soluzione equa. Non pretendiamo che si fermino i processi, ma che si rispetti il legislatore ed il dialogo con la Commissione Ue per ottenere una riforma che manca da 15 anni.”

Sul tema è emersa una nuova ipotesi che prevede proroghe differenziate a seconda della percentuale di spiagge libere presenti in ogni regione: dove sono inferiori al 25%, le concessioni potrebbero essere prorogate fino al 31 dicembre 2027; dove sono superiori, fino al 31 dicembre 2029. Questa soluzione potrebbe rappresentare un compromesso tra le esigenze del mercato e quelle delle associazioni di categoria, ma resta da vedere se sarà sufficiente a placare il dibattito.


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