Bitcoin

Non si arresta il crollo delle criptovalute. Dopo aver raggiunto il suo apice sul finire del 2021, anche Bitcoin cede il passo raggiungendo quotazioni inferiori al 2020. Dopo il boom dello scorso mese di novembre, quando il valore di un singolo ‘gettone’ raggiunse il 58 mila dollari, oggi la criptovaluta per eccellenza è stabile intorno ai 20 mila dollari, con una perdita globale pari al 44%. Una discesa vertiginosa su tutti i mercati legati ai token che preoccupa non poco gli investitori.

In appena metà anno tutto il valore di crescita è stato letteralmente bruciato e Bitcoin non è stato l’unico a pagare il dazio di una contrazione così drammatica, anche Ether, il da molti ritenuto erede di Bitcoin, ha pagato a caro prezzo, ora è a 1.074 dollari contro gli oltre 4.818 dollari dello scorso novembre, accompagnato anche da Dogecoin, che se ad agosto 2021 valeva 0,34 dollari, ora è a 0,058 dollari.

Le chiavi di lettura

Le ragioni di questo sono da ricercare nella situazione instabile dei mercati – dall’inflazione all’aumento dei tassi di interesse – che, assicurano gli analisti, non avrà una celere risoluzione. L’unica certezza, al momento, è che il trend scatenato dalle tensioni politico-economiche non avrà un’inversione a breve termine. Al momento non sembrano minimamente esserci i presupposti per un rialzo del trend, le principali aziende che operano nel settore si stanno preparando ad un lungo inverno tagliando il personale e cercando di ridurre al minimo le spese, segno inequivocabile che il periodo difficile è soltanto all’inizio. Gli investitori, intanto, stanno liquidando velocemente gli investimenti in cripto per rivolgersi ai titoli di stato ritenuti meno rischiosi.

Gioiscono i gamer

Ma se qualcuno, in questo momento, si sta disperando per i risparmi bruciati qualcun altro, sempre adesso, sta gioendo: i gamer. Già, i videogiocatori incalliti in questo momento festeggiano il crollo del Bitcoin, dell’Ethereum e di tutte le crypto perché, finalmente, riescono a trovare schede video sul mercato e ad un prezzo (quasi) normale. Lo riporta Libero.

Per oltre un anno, infatti, la corsa al rialzo delle monete virtuali ha contribuito alla fortissima scarsità di schede video sul mercato, visto che proprio le schede video di alto livello di Nvidia e di AMD, quelle migliori per i videogiochi, sono le migliori anche per “minare” le criptovalute. Cioè per eseguire i pesantissimi calcoli della blockchain sulla quale ogni crypto che si rispetti si basa. E più vale il Bitcoin e più vale la pena minarlo, anche se si consuma molta energia elettrica e se bisogna comprare molte schede video. Ma quando il Bitcoin vale poco, come per incanto, nessun miner compra più schede video.