Oggi alle 11.30, presso la sede della Regione Campania in via Santa Lucia, si terrà una conferenza stampa indetta da diverse associazioni per protestare contro la mancata emanazione del decreto regionale per il rinnovo del Consiglio della Camera di Commercio di Napoli. La protesta, organizzata da Aicast, Assimpreseltalia, Associazione dei Consumatori, Casartigiani, Coldiretti e Confartigianato, ha l’obiettivo di contestare il ritardo della Regione Campania nell’emettere il decreto necessario per la ricomposizione degli organi della Camera di Commercio ai sensi del decreto legislativo 156/2011, art. 9, comma 1.
Tra i partecipanti alla conferenza stampa ci saranno figure di rilievo come Ciro Fiola, già presidente della Camera di Commercio di Napoli, Giuseppe Bonavolontà, presidente provinciale di Napoli AICAST, Fabrizio Luongo, segretario di Casartigiani Napoli, Salvatore Loffreda, direttore di Coldiretti Campania, Enrico Inferrera, presidente di Confartigianato Napoli, e Giuseppe Ambrosio, referente per i consumatori.
La replica delle associazioni storiche
Parallelamente, i presidenti delle associazioni storiche – tra cui Acen, Claai, Cna, Compagnia delle Opere, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Confimprese, e Unione Industriali Napoli – hanno rilasciato un comunicato in cui definiscono la conferenza stampa grottesca e infondata. Secondo i leader delle associazioni storiche, la Regione Campania sta operando con la necessaria attenzione, analizzando i documenti forniti dall’ente camerale. Essi sottolineano che la Camera di Commercio, presieduta da Ciro Fiola, ha impiegato dieci mesi, invece dei 30 giorni previsti, per concludere le procedure di elezione del nuovo Consiglio, portando a una prorogatio della governance e alla conseguente commissariamento dell’ente.
Discrepanze e irregolarità
Le associazioni storiche denunciano che le verifiche condotte dalla Camera di Commercio hanno rilevato numerose irregolarità. Ad esempio, all’Acen risulterebbero iscritte solo otto aziende, una cifra ritenuta incredibilmente bassa. Questo fenomeno di falcidia sarebbe analogo per altre organizzazioni imprenditoriali, con l’esclusione di aziende che fanno capo a leader nazionali e locali. Le modalità di valutazione della regolarità delle imprese, secondo le associazioni storiche, sarebbero fondate su presupposti erronei e fuorvianti, come già riconosciuto da sentenze di tribunali amministrativi.
Il sospetto di favoritismi
Le accuse più gravi riguardano l’ipotesi che la procedura seguita dalla Camera di Commercio sia stata orientata a favorire il presidente uscente, Ciro Fiola, escludendo le maggiori associazioni datoriali. Le associazioni storiche sostengono che alcune organizzazioni di recente costituzione, e in qualche caso coinvolte in fatti di collusione con la malavita organizzata, siano state accreditate di una rappresentanza sproporzionata rispetto alla loro effettiva consistenza.
Le associazioni storiche si dicono pronte a ricorrere nuovamente agli organi di giustizia, non appena avranno il quadro completo dell’istruttoria condotta dal responsabile del procedimento. Intanto, attendono di scoprire le “oscure trame” che Ciro Fiola ha promesso di svelare durante la conferenza stampa, mentre restano palesi, a loro dire, gli errori, le omissioni e le inesattezze compiute dal responsabile unico del procedimento della Camera di Commercio.
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