Campi Flegrei fumarole solfatara

Un nuovo studio pubblicato su Nature dal team dell’Osservatorio Vesuviano, guidato dalla ricercatrice Flora Giudicepietro, getta luce sulle dinamiche di deformazione e sismicità della caldera dei Campi Flegrei tra il 2000 e il 2023. L’indagine analizza il sollevamento della crosta terrestre nella zona centrale di Pozzuoli, un fenomeno che ha segnato l’ultimo decennio e che sta vivendo una fase di intensificazione.

Secondo lo studio, esiste una correlazione diretta tra l’aumento della sismicità e il fenomeno di sollevamento della roccia. “Negli ultimi anni stiamo osservando un incremento sia nel numero di terremoti che nella loro magnitudo”, spiega Giudicepietro. Questo andamento, legato alla legge che regola il movimento delle rocce, indica che insieme ai piccoli terremoti cresce anche la probabilità di eventi di magnitudo medio-forte. “Non possiamo escludere scosse superiori al terremoto di magnitudo 4.4 del maggio 2024, ma non ci aspettiamo eventi di magnitudo molto maggiore”.

Un elemento distintivo dei Campi Flegrei rispetto ad altri vulcani come il Vesuvio è la complessità delle dinamiche magmatiche e sismiche. “Le fratture delle rocce, causate dai sismi, non coinvolgono direttamente il condotto magmatico. Questo significa che il terremoto non innesca un’eruzione, ma può facilitare condizioni favorevoli alla risalita del magma senza una crisi eruttiva”. Nonostante ciò, queste dinamiche introducono incertezze nella previsione degli scenari futuri, che richiedono un monitoraggio costante e accurato.

Un fattore chiave è rappresentato dalla profondità dei terremoti. Eventi superficiali, anche di magnitudo media, possono provocare danni significativi, come accaduto con il sisma del 20 maggio 2024. L’elasticità della crosta terrestre è un altro aspetto sotto analisi. “La crosta reagisce alla pressione in modo elastico, ma non completamente. Quando si verificano fratture, il materiale perde parte della sua elasticità, una condizione che potrebbe teoricamente facilitare la risalita del magma”.

La ricerca ha evidenziato una discrepanza tra il ritmo di crescita della sismicità e quello della deformazione: mentre quest’ultima segue un andamento lineare, il numero di terremoti aumenta più rapidamente. Questo permette di descrivere le caratteristiche della crosta terrestre nella caldera, fornendo dati essenziali per comprendere il comportamento del materiale sovrastante la sorgente di deformazione.

Nonostante le complessità, lo studio rappresenta un passo importante nella comprensione delle dinamiche dei Campi Flegrei, fornendo strumenti utili per la valutazione del rischio e per la pianificazione delle strategie di sicurezza.


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