Il settore delle costruzioni si trova ad affrontare uno dei capitoli più significativi della sua recente storia, caratterizzato da aumenti esponenziali del costo dei materiali edili. Due novità normative, introdotte tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, segnano una svolta per la gestione delle compensazioni e dei meccanismi di revisione prezzi negli appalti pubblici. L’obiettivo è ripristinare un equilibrio tra la sostenibilità economica dei contratti pubblici e le crescenti esigenze delle imprese.
Con il decreto ministeriale del 20 dicembre 2024, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha rivisto al rialzo i ricalcoli sui rincari del primo semestre 2021. Gli aggiornamenti, frutto di anni di contenziosi legali tra le imprese costruttrici e il Ministero, hanno portato a incrementi molto più alti rispetto alle stime precedenti. Ad esempio, i prezzi delle lamiere in acciaio lisce, piane e striate sono passati da un aumento del 59,37% a uno dell’88,04%, mentre i nastri in acciaio per barriere stradali hanno registrato un incremento dal 76,43% al 90,06%. Questa revisione risponde alle decisioni del TAR Lazio e del Consiglio di Stato, che avevano imposto al Ministero di correggere i calcoli iniziali per garantire compensazioni adeguate.
Parallelamente, il Correttivo al Codice Appalti, introdotto con il Decreto Legislativo 209/2024, mira a evitare ritardi e discrepanze future. La nuova normativa prevede un sistema più flessibile e tempestivo per la revisione dei prezzi, differenziando tra appalti di lavori e appalti di servizi e forniture. Per i lavori, le variazioni superiori al 3% del costo complessivo daranno luogo a un ricalcolo pari al 90% del valore eccedente questa soglia. Per servizi e forniture, invece, la revisione scatterà per variazioni superiori al 5%, con un ricalcolo dell’80% della parte eccedente. Inoltre, le parti potranno concordare clausole basate sugli indici di inflazione per garantire una maggiore adattabilità dei contratti alle fluttuazioni di mercato.
Questi interventi rappresentano un segnale positivo per un settore fortemente colpito dall’aumento dei costi. Tuttavia, il ritardo con cui il decreto del MIT è stato approvato, rispetto alla scadenza originaria di luglio 2024, evidenzia le difficoltà sistemiche che persistono nel rispondere prontamente a crisi simili. La sfida ora sarà implementare queste misure con efficacia, promuovendo una collaborazione più stretta tra istituzioni e operatori del settore.
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