L’industria italiana continua a perdere colpi, ma sorprendentemente sembra non preoccupare nessuno. L’indice tendenziale della produzione industriale, secondo i dati aggiornati a novembre dall’ISTAT, è in calo da ben 21 mesi consecutivi. A questa stagnazione si aggiunge anche il calo del fatturato, segno che la crisi non riguarda solo la produzione, ma coinvolge anche l’intero comparto economico.
Nonostante questo scenario negativo, l’allarme sembra non scattare. Oggi a Roma si svolge la prima edizione del “New Year’s Forum”, dove viene presentata un’indagine previsionale sul 2025 realizzata da Swg e Fb&Associati. I risultati dell’indagine sono preoccupanti: il 78% degli intervistati si dichiara pessimista sull’andamento dell’industria, con particolare attenzione alla difficile situazione del settore metalmeccanico.
Tuttavia, il 58,2% delle risposte si dichiara ottimista per il 2025 sul fronte della finanza, segnalando un certo divario tra il pessimismo sulla produzione e l’aspettativa di una stabilità sul piano finanziario. Inoltre, un altro segnale di preoccupazione arriva dalla situazione del Gruppo ex Ilva, che non ha visto la nascita di un gruppo o di una cordata industriale italiana pronta a raccogliere la sfida. Nonostante la produzione stia attraversando un periodo di rallentamento e il settore manifatturiero stia affrontando sfide significative, è importante non perdere di vista le potenzialità di ripresa.
Sebbene ci sia ancora un certo silenzio su questi temi, la crescente consapevolezza e l’impegno di molte realtà imprenditoriali e istituzionali potrebbero aprire nuove opportunità per affrontare con successo la crisi industriale. La capacità del nostro paese di innovare, adattarsi e trovare soluzioni a lungo termine resta un elemento chiave per tracciare un percorso di rilancio.
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