Case green

“Case green” vicina all’approvazione. Conferma delle classi energetiche più alte da raggiungere – entro il 2030 e il 2033 per gli edifici residenziali da ristrutturare – rispetto al testo iniziale della Commissione, ma anche più possibilità per gli Stati di prevedere eccezioni ed esenzioni, almeno fino al 2037. Questo l’accordo di compromesso sul testo della direttiva europea sulle case.

Classi energetiche più alte da raggiungere entro per gli edifici residenziali, cioè la E e la D al posto della F e della E proposte dalla Commissione europea, ma anche più fondi per sostenere le ristrutturazioni energetiche.

L’accordo

I  gruppi politici dei Popolari (Ppe), Socialisti (S&D), Liberali (Renew), Verdi e Sinistra hanno raggiunto un accordo sugli emendamenti di compromesso sulla proposta di direttiva sulle case green. Il primo voto degli eurodeputati sul testo, più ambizioso di quello di Commissione europea e Consiglio Ue, sarà espresso il 9 febbraio.

Nella loro versione della direttiva, che dovrà poi essere discussa con le altre istituzioni Ue, gli eurodeputati appoggiano la riclassificazione energetica proposta dalla Commissione (il 15% degli edifici più energivori sarà la nuova classe G) ma chiedono appunto che le classi energetiche da raggiungere entro il 2030 e il 2033 per gli edifici residenziali siano più alte, cioè la E e la D. Tra le altre modifiche suggerite dagli eurodeputati, c’è la possibilità per i Paesi membri di esentare dagli obiettivi, almeno in parte, l’edilizia sociale, qualora la ristrutturazione implicasse un eccessivo aumento degli affitti.

Il compito degli stati

Gli Stati dovrebbero poi indicare nei loro Piani nazionali di ristrutturazione obiettivi di riduzione della povertà energetica e quale quota dei finanziamenti di coesione, del Pnrr e del Fondo Sociale per il clima sarà utilizzata per le riqualificazioni. Autorità Ue e nazionali, sostengono gli eurodeputati, dovrebbero intervenire per facilitare i mutui e regimi di prestito agevolato per le ristrutturazioni energetiche.

Qui, nel dettaglio, l’obbiettivo della direttiva