Confcommercio ha rinnovato il suo allarme sulla “desertificazione commerciale”, un fenomeno che, se non contrastato, potrebbe trasformarsi in un vero e proprio declino delle città italiane. Secondo i dati elaborati dal Centro Studi di Confcommercio in collaborazione con il Centro Studi Guglielmo Tagliacarne, dal 2012 al 2024 sono stati persi quasi 118.000 negozi al dettaglio (-21,4%) e 23.000 attività di commercio ambulante (-24,4%).
A fronte di questa grave perdita nel settore del commercio, vi è una crescita significativa nel comparto dell’alloggio e ristorazione, che ha visto un incremento di 18.500 attività (+18,5%). Questo spostamento del focus economico, seppur positivo per alcuni settori, solleva preoccupazioni circa la sostenibilità delle città e la vivibilità dei loro centri storici. Infatti, nei centri storici, il numero di chiusure è più elevato rispetto alle periferie, portando a una crescente spopolamento commerciale nelle aree più iconiche delle città italiane.
Un aspetto preoccupante riguarda anche la riduzione delle filiali bancarie, che tra il 2015 e il 2023 sono passate da 8.026 a 5.173 (-35,5%). Questo, unito alla scomparsa dei negozi al dettaglio, contribuisce ad una perdita di servizi essenziali per i cittadini e le imprese locali.
Nei 122 Comuni analizzati, si evidenziano differenze significative tra le diverse regioni. Al Nord si registra una maggiore perdita di negozi, con città come Ancona (-34,7%), Gorizia (-34,2%), e Pesaro (-32,4%) tra le più colpite. Al contrario, al Centro-Sud si registra una maggiore tenuta, con Comuni come Crotone (-6,9%), Frascati (-8,3%) e Olbia (-8,6%) che mostrano una minore perdita di attività commerciali.
Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha sottolineato che la desertificazione commerciale minaccia la vivibilità, la sicurezza e la coesione sociale delle nostre città. “Senza il commercio di vicinato, non c’è comunità”, ha dichiarato Sangalli, lanciando un appello per un intervento urgente. Confcommercio ha proposto il progetto Cities, finalizzato a riqualificare le economie urbane con il contributo di istituzioni e imprese locali, cercando di sostenere le attività di vicinato e preservare il cuore pulsante delle città italiane.
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