Razionamento

“Se le cose continuassero a peggiorare dovremmo cominciare ad entrare in una logica di razionamenti” ha detto il premier Mario Draghi, la settimana scorsa, in conferenza stampa. I razionamenti cambierebbero davvero tutto per le famiglie italiane perché significherebbero gas, luce, benzina e generi alimentari con il contagocce. Dunque se questa tremenda ipotesi dovesse diventare realtà la normale spesa che facciamo al supermercato così come qualsiasi altra erogazione di servizi della vita di tutti i giorni verrebbe sconvolta.

Ma perché il governo sta pensando effettivamente ai razionamenti?

Con la guerra la catena di approvvigionamenti di tantissime materie prime e di tantissimi prodotti si sta interrompendo. Già prima del conflitto la catena degli approvvigionamenti mostrava notevoli criticità e proprio questo è alla base di buona parte dei rincari. Ma con la guerra, l’embargo, le sanzioni, tutto diventa più complesso. Il governo sta cercando in queste settimane linee di approvvigionamento alternative ma non è semplice e se le scorte dovessero diventare troppo esigue partirebbero i razionamenti. Per fare un esempio le scorte di diesel in Italia notoriamente sono bassissime ormai e dunque proprio per questo tipo di carburante potrebbero essere più probabili queste misure estreme. Gli italiani temono i razionamenti ed ormai è psicosi. Importante non farsi prendere dal panico, ma è evidente che in uno scenario del genere prevalga la prudenza.

Un’economia di guerra

In realtà ci sono due emergenze sovrapposte. La prima è che il caro carburanti rende difficoltoso per i TIR muoversi e questo determina il blocco merci. Questo in varie parti d’Italia è già successo. L’ipotesi peggiore è proprio quella che le riserve nazionali di vari generi di prima necessità comincino a scarseggiare.

Come funzionerebbe il razionamento?

Il razionamento è una misura che in Italia non si adotta da decenni e ci riporta alla mente il periodo buio delle guerre mondiali. In periodo di razionamento la spesa non si può fare più nella maniera usuale ma bisogna attenersi alle razioni stabilite per ciascuno. Un altro esempio può essere un tetto massimo fornito non tanto alla corrente elettrica quanto al gas, al quale ogni nucleo familiare potrà accedere. Questo avverrebbe con una riduzione dell’orario di accensione dei riscaldamenti. Ed anche gli uffici pubblici e le aziende si adeguerebbero. Per quanto riguarda la luce, l’illuminazione pubblica potrebbe essere organizzata in maniera da fornire accensione ritardata e spegnimento anticipato in piazze e strade. Al contempo però questa situazione potrebbe contribuire ad accelerare il passaggio alla transizione ecologica, con una maggiore affermazione di quelle che sono le fonti di energia rinnovabili.

Ad ogni modo, il razionamento dei beni ad oggi sarebbe soltanto una ipotesi. Il conflitto armato in Ucraina ha reso la quotidianità dell’intera Europa molto difficile, con l’interruzione dei consueti circuiti commerciali.