La crisi del settore automobilistico colpisce duramente la Campania, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro. Il settore dell’auto, il più grande della regione per l’industria metalmeccanica, sta vivendo un periodo difficile a causa delle scelte di Stellantis e della generale crisi che coinvolge le case automobilistiche in Europa. Sono 5.700 i lavoratori impiegati solo negli stabilimenti di Pomigliano e Pratola Serra, e la situazione si fa sempre più preoccupante.
Michele De Palma, segretario generale della Fiom-Cgil, e Massimiliano Guglielmi, segretario della Fiom Campania, hanno suonato un forte campanello d’allarme durante una conferenza stampa a Napoli, in vista dello sciopero nazionale unitario del settore auto e componentistica previsto per venerdì 18 ottobre a Roma. Il titolo della manifestazione è chiaro: “Cambiamo marcia: acceleriamo verso un futuro più giusto”.
Secondo Guglielmi, il settore ha già perso circa 600 lavoratori a causa degli accordi sugli incentivi per l’auto. Ma ciò che preoccupa di più è il rischio imminente di un “dramma occupazionale” ancora più grave, con ripercussioni su tutto l’indotto che si estende in tutte le province della Campania.
Michele De Palma ha sottolineato come il Paese stia “ingranando la retromarcia” sul fronte automotive: “In Italia, si producevano 1,8 milioni di veicoli, oggi ne produciamo meno di 300 mila”. Questo ha conseguenze devastanti sulla componentistica e su migliaia di posti di lavoro. De Palma ha inoltre attaccato la gestione di Stellantis, evidenziando la perdita di 14.000 posti di lavoro negli ultimi dieci anni.
Di fronte a questa crisi, i sindacati chiedono un cambio di passo: è indispensabile una revisione del piano industriale di Stellantis e una politica industriale seria da parte del governo. Inoltre, viene chiesto un tavolo permanente di confronto a livello regionale. Infine, la Fiom-Cgil ha fatto appello alla premier Giorgia Meloni affinché convochi al più presto a Palazzo Chigi i vertici di Stellantis, John Elkann e Carlos Tavares, per discutere il futuro degli stabilimenti italiani del gruppo e del settore automotive.
“Oggi è il momento di cambiare“, conclude De Palma, con un richiamo alla Regione Campania, la cui assenza nelle trattative è stata criticata.
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