Cybersecurity attacco informatico cyber

Gli impatti del cybercrime si fanno sempre più pesanti, in Europa e nel resto del mondo, accentuati dalla guerra informatica scoppiata in concomitanza con il conflitto in Ucraina.

Nei primi sei mesi del 2022, i ricercatori del Clusit, Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica, hanno rilevato 1.141 attacchi cyber “gravi”, una crescita dell’8,4% rispetto al primo semestre del 2021. La media complessiva è di 190 attacchi al mese, con un picco di 225 attacchi registrati a marzo di quest’anno, il valore più alto mai verificato. Numeri contenuti nel Rapporto Clusit 2022.

La situazione in Europa

L’Europa è depositaria del 26% degli attacchi complessivi; nel 2021 erano il 21%. Contestualmente, diminuiscono le vittime di area americana (dal 45% al 38%) e scendono leggermente anche quelle asiatiche (dal 12% all’8%).

Italia ‘arretrata’ in termini di sicurezza

Visto lo scenario, ci si può aspettare che il numero di tentativi di attacchi “gravi” aumenti, anche nel nostro Paese.
“L’Italia deve cogliere l’opportunità della transizione digitale per colmare le proprie lacune in materia di sicurezza informatica” ha affermato Gabriele Faggioli, presidente di Clusit. “Lo scenario geopolitico ci pone con brutalità davanti all’obbligo di avere infrastrutture resistenti ad attacchi esterni che potrebbero minare la capacità di erogare servizi essenziali ai cittadini”. Nel primo semestre del 2022, la crescita maggiore nel numero di attacchi gravi si osserva verso le categorie Multiple targets (+108,3%).

Secondo gli autori del Rapporto Clusit, i cyber criminali tendono a colpire sempre più in maniera indifferenziata obiettivi molteplici. Seguono le categorie Telecommunication (+77,8%), Financial – Insurance (+76,7%), News – Multimedia (+50%), Manufacturing (+34%), Other Services (+30,8%), Ict (+11,5%), Energy – Utilities (+5,3%) ed Healthcare (+2,2%).