In attesa di conoscere la composizione di liste e coalizioni, sono cinque i blocchi che si sono formati in vista delle elezioni politiche del 25 settembre.
Centrodestra
La coalizione di centrodestra, composta da Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, continua compatta la sua marcia verso le elezioni del prossimo autunno. Scaramucce sulla leadership non sembrano scalfire il ‘cartello’ elettorale.
Centrosinistra
Minori certezze per la coalizione di centro sinistra capitanata dal Partito Democratico che, incassata la separazione in tempi record con Azione di Calenda, cerca di imbastire una compagine che possa dare filo da torcere alla corposa squadra messa in piedi da Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini. Il segretario Dem, Enrico Letta, chiuso l’accordo con Sinistra Italiana e Verdi, incassa l’ok di Più Europa, rimasta fedele al patto dopo il dietro front di Carlo Calenda.
Il terzo polo
Il leader di Azione potrebbe ora volgere lo sguardo alla costruzione del terzo polo, incalzato dal leader di Italia Viva, Matteo Renzi. I due capi politici si sono sentiti ieri e oggi riparleranno, ha detto Calenda, mentre per il leader di Italia Viva è ‘Calenda che deve decidere se fare o no l’accordo con noi, se fare una lista unica’. Un accordo tra i due fuoriusciti del Partito Democratico potrebbe essere agevolato dall’esenzione delle raccolta firme che, al momento, blocca Azione.
Movimento Cinque Stelle
Corsa in solitaria, invece per il Movimento Cinque Stelle. I ‘grillini’ ripartono dal ridimensionamento in seguito alle due scissioni che hanno visto dimezzato il numero di deputati e senatori. Costretti ad un “ritorno alle origini” i cinque stelle – con ogni probabilità – correranno da soli provando a ricostruire il bacino elettorale perso nel corso degli ultimi cinque anni.
Gli antisistema
Più staccati, invece, le coalizioni antisistema: Italia Sovrana e Pololare, capitanata da Rizzo e Toscano, Unione Popolare di Luigi De Magistris e Italexit di Paragone cercheranno di intercettare il voto di protesta degli sfiduciati.
Bozze di programmi elettorali
Il filo atlantismo è un imperativo categorico del programma del centrodestra, un progetto che si interseca con le posizioni del Pd e dei sostenitori della cosiddetta “Agenda Draghi” .
Al netto del Ponte sullo Stretto, che non trova molti proseliti al di là di Fi-Lega e Fdi, più complessa è la partita sul fronte delle riforme, con il presidenzialismo e le autonomie, su cui puntano Giorgia Meloni, (per il primo), e Matteo Salvini (per le seconde), che diventa un vero proprio spartiacque rispetto al centrosinistra e ai propositi dei moderati di centro.
Tasse
E alla richiesta di meno tasse, con una flat tax al 15% anche per i lavoratori dipendenti rilanciata da Matteo Salvini (per Berlusconi potrebbe bastare al 23), il Pd risponde con la rimodulazione dell’Irpef , la parità salariale, e la dote di 10 mila euro per i diciottenni da ricavare da una sorta di patrimoniale. Ma i dem e la sinistra rilanciano anche sui diritti civili, lo ius scholae e la tutela dell’ambiente.
Reddito di cittadinanza
E, andando contro uno dei cardini dei 5 stelle, Enrico Letta vorrebbe la modifica del reddito di cittadinanza e del superbonus 110. Elemento divisivo tra centrodestra, Pd e sinistra è sicuramente la modalità con cui si declinano i canoni su sicurezza e migranti (più orientati verso l’accoglienza nel Pd e nella sinistra e più sul concetto del respingimento da parte di Fratelli d’Italia e Lega) con una ulteriore differenziazione tra Giorgia Meloni , Matteo Salvini e Silvio Berlusconi per quanto riguarda l’ipotesi di “blocco navale” per evitare gli arrivi dalla Libia.
Su salute e nuove fonti energetiche si concentra uno dei 15 punti del centrodestra che però non direbbe no al nucleare pulito dell’ultima generazione: un passo decisamente forte per la sinistra ecologista, i 5 stelle (contrari anche ai termovalorizzatori), e il Pd.
Agenda Draghi
L’agenda Draghi campeggia nel programma di Carlo Calenda e Matteo Renzi, viatico forse non secondario per un eventuale accordo in salsa centrista tra Azione e Italia Viva. Per trovare i punti in comune nei programmi dei due leader non c’è quindi che l’imbarazzo della scelta: dall’atlantismo all’europeismo, al sostegno all’Ucraina. E ancora, il Pnrr con il raggiungimento di tutti i 55 obiettivi. Un Pnrr sul quale invece i partiti del centrodestra chiedono alcune revisioni.
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