Riforma del catasto mette in crisi il governo. Foto parlamento
Italian Foreign Minister Luigi Di Maio reports to the Lower House of Parliament in Montecitorio on the Russia-Ukraine crisis, in Rome, Italy, 23 February 2022. ANSA/ANGELO CARCONI

La maggioranza torna a spaccarsi sul catasto. Nella commissione Finanze della Camera due emendamenti sono stati bocciati per un solo voto su 45 tra urla e proteste. Il Governo Draghi corre sul filo dei numeri e la divisione tra i gruppi di centrosinistra e centrodestra diventa sempre più evidente.

Le proposte di modifica portate martedì di commissione riguardavano i comma 1 e 2 dell’articolo 6 della delega fiscale sul catasto. Iniziata in maniera convulsa, fra le urla di alcuni deputati di centrodestra, la votazione si è conclusa con 22 voti favorevoli e 23 contrari. Il primo emendamento respinto era stato sottoscritto dai gruppi di Lega Fratelli d’Italia.

Hanno votato a favore dell’emendamento Alt, Lega, Fi, Ci ed Fdi. Contro hanno votato Pd, M5s, Leu e tre deputati del Misto (Colucci di Noi con l’Italia, Angiola di Azione e la deputata Aprile).

Cosa prevede la riforma

L’articolo 6 reca la delega al Governo per l’adozione di norme finalizzate a modificare il sistema di rilevazione catastale degli immobili, prevedendo nuovi strumenti da porre a disposizione dei comuni e all’Agenzia delle entrate, atti a facilitare l’individuazione e il corretto classamento degli immobili. La norma indica altresì i principi e i criteri direttivi che dovranno essere utilizzati per l’integrazione delle informazioni presenti nel catasto dei fabbricati (da rendere disponibile a decorrere dal 1° gennaio 2026).

In particolare tale integrazione dovrà attribuire all’unità immobiliare un valore patrimoniale e una rendita attualizzata, rilevati in base ai valori di mercato, anche attraverso meccanismi di adeguamento periodico. Per le unità immobiliari riconosciute di interesse storico o artistico sono, inoltre, da introdurre adeguate riduzioni del valore patrimoniale medio ordinario considerati i più gravosi oneri di manutenzione e conservazione.

Tali informazioni non dovranno essere utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi derivanti dalle risultanze catastali né, comunque, per finalità fiscali. Rassicurazioni che però non convincono i gruppi del centrodestra che temono un aumento della tassazione.

Prossimo terreno di scontro: la flat tax

Si possono attendere altri scossoni nel prosieguo dell’esame della delega fiscale, in cui il centrodestra proverà a sollevare altre questioni, a partire dalla flat tax. Intanto è salva la riforma del catasto, tema dirimente per il governo Draghi. O si approva o l’esecutivo non va avanti, aveva spiegato settimana scorsa la sottosegretaria al Mef, Maria Cecilia Guerra, creando scompiglio nella maggioranza.