Il governo a guida Meloni ha dato il via libera alle nuove concessioni per aumentare l’estrazione di gas nell’ambito delle “misure urgenti in materia di politica energetica nazionale”. Un punto di svolta nella politica energetica italiana per arginare la dipendenza dall’estero specialmente in questo periodo di crisi internazionale.
A spingere verso le trivelle c’è anche il fatto che mentre l’Italia aveva sostanzialmente eliminato le estrazioni di gas, davanti casa nostra non si sono mai fermati Paesi come Croazia, Albania, Montenegro e Grecia. Ma l’ok alle trivelle per chi avrà le concessioni ha una condizione imprescindibile: prezzi accessibili per le aziende energivore italiane.
Cosa cambia?
Il provvedimento sulle trivelle prevede “il rilascio di nuove concessioni tra le 9 e le 12 miglia, in deroga al decreto legislativo del 2006 che invece precludeva nuove attività in materia di idrocarburi nelle aree marine protette e nelle 12 miglia da dette aree e dalla costa”, con una deroga prevista solo per i siti caratterizzati da un elevato potenziale minerario. Si stima una quantità di almeno 15 miliardi di metri cubi di gas sfruttabili nell’arco di dieci anni con vincoli di destinazione nazionale al 75% per i primi due anni e al 50% per i successivi otto.
Ma quante sono le riserve di gas nei nostri mari? Secondo le stime governative in Italia ammontano a 39,8 miliardi di metri cubi, di cui la maggioranza si trova al Sud. Siamo davanti ad una questione discussa negli anni e che ha comportato una decrescita progressiva nell’estrazione di gas. Nel nostro Paese, infatti, la produzione di gas ha raggiunto il massimo nel 1994 quando copriva circa il 40% del fabbisogno nazionale toccando anche i 20 miliardi di metri cubi all’anno. Poi le estrazioni sono calate e siamo passati dai 9 miliardi del 2008 ai quasi 7 del 2015 arrivando a poco più di 3 lo scorso anno.
Referendum senza quorum
Nel frattempo, nel 2016, vi è stato anche il referendum per le trivelle: vinse il sì per lo stop ma la consultazione non ebbe seguito per il mancato raggiungimento del quorum. In una situazione di crisi energetica come quella che stiamo vivendo, la scelta del governo non è solo una misura di buon senso ma necessaria ma allo stesso tempo non sono mancate le polemiche da parte delle associazioni ambientaliste e di alcune delle forze di opposizione.
di M. Alt.