stagista

Oggi – 10 novembre – è la Giornata internazionale degli stagisti, istituita nel 2015 dall’ European Youth Forum e dall’associazione InternsGoPro e supportata dalla Commissione europea. L’obiettivo di questa Giornata è quello di far parlare del tema spesso trascurato dei tirocinanti, una categoria con pochi diritti e non molto rappresentata dai sindacati.

Un po’ di storia

Sono passati ormai 25 anni da quando la legge 196 (Pacchetto Treu) ha introdotto la formula dello stage, un’esperienza di formazione all’interno dell’azienda per facilitare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro.

In questo quarto di secolo molta strada è stata fatta per contrastare l’utilizzo di tale strumento come espediente per risparmiare sul costo del personale.

Oggi gli stage completamente gratuiti sono sempre più rari, anche grazie alle nuove normative: in Italia, per esempio, tutti gli stage extra-curriculari devono prevedere una indennità minima, che tuttavia è fissata a livello regionale, come a livello regionale sono stabiliti i limiti numerici di stagisti rispetto all’organico aziendale. La ferita è, poi, ancora scoperta per i tirocini “curricolari”, ossia quelli inseriti durante un corso di formazione, che possono ancora essere non retribuiti.

I numeri del fenomeno

Negli ultimi 6 anni il ricorso ai tirocini è aumentato del 60% e, dopo la battuta d’arresto del 2020 causata dalla pandemia, nel 2021 più di 310 mila ragazzi (+40%) hanno vissuto questa esperienza.

L’Agenzia nazionale Politiche attive del Lavoro (Anpal) ci dice che complessivamente dal 2014 a oggi sono stati svolti oltre 2 milioni di tirocini, un numero che fa capire quale sia l’investimento da parte dei giovani che ricorrono a questo strumento, per l’80% under 30.

Ma quanto questi tirocini siano realmente utili all’inserimento lavorativo che lo dice Dataroom che, elaborando i numeri Anpal relativi ai tirocini tra il 2014 e il 2019, ha scoperto che il 30% è riuscito a firmare un contratto a tempo determinato con lo stesso datore di lavoro, il 24% con un altro datore di lavoro, l’11% ha ritentato con un nuovo tirocinio e ben il 35% è rimasto disoccupato. 

Il futuro è incerto

La legge di Bilancio 2022 parlava di una riforma dei tirocini, che avrebbe dovuto essere attuata già entro giugno e che prevedeva il riconoscimento di una congrua indennità ai tirocinanti, l’obbligo di comunicare al ministero del Lavoro l’attivazione degli stage, e sanzioni per l’uso fraudolento dello strumento in sostituzione di rapporti di lavoro. Staremo a vedere se e come il nuovo governo continuerà ad occuparsi di questo argomento ancora “caldo”.

di Serena Lena