Il 2024 si chiude con un dato incoraggiante per il sistema imprenditoriale italiano, trainato in maniera determinante dal Sud. Secondo i dati aggiornati da Movimprese, elaborati da Unioncamere e InfoCamere, l’anagrafe delle imprese italiane registra un saldo complessivamente positivo pari a 36.856 unità, a fronte di 100.715 nuove iscrizioni e 87.031 cessazioni. Questo risultato, seppur leggermente in calo rispetto al 2023, conferma la resilienza e la capacità di adattamento del tessuto imprenditoriale del Paese.
A distinguersi in maniera netta è il Mezzogiorno, che si posiziona al primo posto tra le macroaree italiane con un saldo positivo di 13.684 nuove imprese. Questo dato è frutto del maggior numero di iscrizioni rispetto alle cessazioni, evidenziando una crescita netta che rappresenta oltre un terzo del saldo complessivo nazionale. Con oltre 2 milioni di imprese attive su un totale di 5,87 milioni censite a livello nazionale al 31 dicembre 2024, il Sud si conferma come l’area con il maggior stock imprenditoriale del Paese.
Analizzando i dati territoriali, la Campania emerge come la regione più dinamica del Mezzogiorno. Con un tasso di crescita dell’1,02% e un saldo attivo di 6.197 nuove imprese, la regione consolida la sua posizione di rilievo a livello nazionale, subito dopo il Lazio e la Lombardia. Nello specifico, Napoli si distingue con un tasso di crescita del 1,58%, tra i più alti in Italia, posizionandosi al quarto posto tra le province italiane. A livello complessivo, le regioni del Sud continuano a registrare una crescita positiva, fatta eccezione per Abruzzo e Molise.
Dal punto di vista settoriale, i dati rivelano dinamiche contrastanti. La crescita annuale è stata guidata principalmente da tre macro-settori: attività professionali scientifiche e tecniche (+10.845 imprese, pari a un incremento del 4,40%), costruzioni (+10.636 imprese, +1,27%) e alloggio e ristorazione (+8.125 imprese, +1,78%). Tuttavia, si registra una contrazione significativa in comparti chiave come il commercio (-10.129 imprese), l’agricoltura (-7.457 imprese) e le attività manifatturiere (-4.137 imprese).
Nel contesto meridionale, il settore delle costruzioni ha dimostrato una particolare capacità di resilienza, sfidando le previsioni pessimistiche legate alla fine del Superbonus nella sua prima versione. Anche il comparto del turismo e del commercio allargato si confermano trainanti, contribuendo in modo significativo all’occupazione complessiva della macroarea.
In termini di forme organizzative, il 2024 segna un ulteriore rafforzamento del tessuto imprenditoriale italiano grazie alla crescita delle imprese costituite in forma societaria, che registrano un incremento del 3,25% rispetto all’anno precedente (+60.000 unità). Questo progresso avviene a scapito delle società di persone e delle imprese individuali, il cui numero complessivo si riduce di oltre 24.000 unità.
Nonostante alcune ombre, come il rallentamento complessivo del tasso di crescita, che passa dallo 0,72% del 2023 allo 0,67% nel 2024, i dati confermano che l’Italia continua a dimostrare una vitalità imprenditoriale significativa. Il ruolo del Sud è cruciale in questa dinamica, confermandosi non solo come motore di crescita ma anche come area strategica per l’innovazione e lo sviluppo economico nazionale.
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