Focus superbonus

Uno dei punti caldi del programma dei partiti in vista delle elezioni politiche del 25 settembre 2022 riguarda il superbonus 110 e la cessione del credito. Ma vediamo cosa ne sarà del bonus 110 con il nuovo governo.

Il superbonus 110 è certamente presente nel programma elettorale del M5S, non a caso è stato proprio il governo di Conte a introdurre la misura. Il partito dell’ex premier vuole la stabilizzazione del superbonus 110 e degli altri bonus edilizi, oltre a quella del meccanismo della cessione dei crediti d’impresa. Il tutto per garantire liquidità a cittadini e imprese.

Non a caso il programma dei Cinque Stelle, prevede un punto che si chiama proprio “Cessione crediti fiscali strutturale” dove si legge “Cessione crediti fiscali strutturale”, si legge: “Stabilizzare l’innovativo meccanismo che ha decretato il successo del Superbonus, che è in grado di mettere a disposizione di famiglie e imprese ingente liquidità e che può essere esteso ad altre agevolazioni per investire a costi ridotti nella transizione ecologica” 

Per quanto riguarda lo schieramento di centrodestra, nel programma vengono proposti una razionalizzazione e un riordino degli attuali incentivi fiscali: “Riordino degli incentivi destinati alla Riqualificazione, alla messa in sicurezza ed efficientamento energetico degli immobili residenziali pubblici e privati”, pur nella “salvaguardia delle situazioni in essere”.

Ad entrare nel dettaglio del superbonus 110, è soprattutto la Lega che ha proposto, insieme a Italia Viva, due emendamenti al disegno di legge di conversione del “Decreto Aiuti-bis”. Si tratta di eliminare le condizioni richieste per usufruire del Superbonus fino al 31 dicembre 2022. La cancellazione delle condizioni si tradurrebbe in una proroga generalizzata per tutti. Al momento, per effetto del Decreto Aiuti, per usufruire del Superbonus fino al 31 dicembre 2022, è necessario provare che entro il 30 settembre 2022 sia stato realizzato almeno il 30% dell’intervento complessivo.

Due emendamenti chiedono cancellazione del SAL al 30%

I due emendamenti, quasi identici, presentati da Lega e Italia Viva, chiedono quindi che il Superbonus sulle unifamiliari sia fruibile fino al 31 dicembre 2022 senza condizioni. In altre parole, tutti potrebbero beneficiare del Superbonus fino alla fine dell’anno, anche chi non riuscirà a completare il 30% dell’intervento complessivo entro il 30 settembre. L’emendamento della Lega stima anche i costi della misura: 13,2 milioni di euro (di cui 1,6 milioni di euro per il 2023, 3,6 milioni di euro per il 2024, 3,4 milioni di euro per il 2025, 3,2 milioni di euro per il 2026 e 1,4 milioni di euro per il 2027) a valere sul Fondo per gli interventi strutturali di politica economica.

Sul fronte del centro-sinistra…

Per quanto riguarda il PD e il resto degli schieramenti di centrosinistra, non c’è un riferimento specifico al superbonus 110. Crea stupore l’assenza di proposte inerenti il Superbonus 110%.

Terzo Polo, ovvero Azione e Italia Viva. Anche nel programma di quest’ultimi non si fa menzione del Superbonus, oltre all’emendamento di Italia Viva sulle unifamiliari. A tal proposito, comunque, è bene ricordare che nell’accordo, poi saltato, tra PD e Azione di qualche settimana fa si parlava di “Correggere lo strumento del reddito di cittadinanza e il bonus 110%, in linea con gli intendimenti tracciati dal governo Draghi“. Proprio quest’ultimo, a sua volta, aveva sottolineato la necessità di dare una stretta ai bonus edilizi. È possibile quindi ipotizzare che questa sia la linea che potrebbe essere seguita sia dalla coalizione di centrosinistra che dal Terzo Polo.