Ora è ufficiale: l’Uefa ha assegnato l’Europeo 2032 a Italia e Turchia. L’Esecutivo della confederazione europea, riunito a Nyon, ha infatti votato si’ alla candidatura congiunta: l’assegnazione a Roma e Istanbul era apparsa certa sin dalla scelta dei due Paesi, tre mesi fa, di presentarsi insieme, come unica candidatura all’edizione che si svolgerà tra nove anni.
L’Europeo 2028 è stato assegnato a Regno Unito – Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda del Nord – e Irlanda, anche in questo caso candidate uniche.
“Euro 2032 assegnato anche all’Italia rappresentano una grande opportunità che dovrà generare eredità positive ben prima di quell’appuntamento e non solo nelle città direttamente coinvolte nell’evento”, ha detto il ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi. “Buon lavoro alla Figc alla quale daremo tutto il nostro supporto per contribuire a organizzare questo affascinante avvenimento, del quale non sfuggono i positivi impatti che avrà dal punto di vista turistico, ma che ci auguriamo possa, prioritariamente, contribuire al miglioramento delle relazioni politiche a beneficio della pace”.
Questione stadi
La scelta della Uefa di affidare a Italia e Turchia l’organizzazione dei campionati europei del 2023 si ripercuoterà inevitabilmente anche sulla messa a norma degli stadi italiani.
Molti degli stadi che al momento figurano nella lista presentata dalla FIGC necessiterebbero di un massiccio intervento per l’adeguamento agli standard europei.
Il Dall’Ara di Bologna, l’Olimpico di Roma, il Maradona di Napoli e il San Nicola di Bari, in primis, presentano ‘obsolete’ piste d’atletica, ma in generale – escluse poche eccezioni – le strutture italiane non sarebbero ad oggi in grado di ospitare la manifestazione.
Per quanto riguarda lo stadio Maradona di Fuorigrotta, l’idea sarebbe quella di ammodernare ulteriormente l’impianto, in parte già riqualificato dopo le Universiadi del 2019, e migliorare la vista degli spettatori togliendo la pista di atletica ed aumentando la capienza. Alla luce degli standard richiesti per ospitare la manifestazione, non sarebbe l’unico intervento necessario per lo stadio napoletano. Dalla copertura alla sicurezza, dalla sostenibilità all’accessibilità, sarebbero diversi i nodi cruciali da risolvere. Nove anni potrebbero bastare a mettere a nuovo il catino di Fuorigrotta rendendolo all’altezza dei palcoscenici continentali che la squadra azzurra calca da oltre 10 anni.