Ocean Viking sbarco Napoli

L’ennesima odissea di donne, uomini e bambini in fuga dall’Africa si è conclusa ieri mattina nel porto di Napoli, con lo sbarco dalla nave Ocean Viking dei 254 migranti salvati nei giorni scorsi nel Mediterraneo centrale. Tra loro, 45 minori non accompagnati che adesso dovranno essere presi in carico dal Comune.

A bordo della Ocean Viking si respirava sollievo dopo il lungo stallo al largo delle coste siciliane in attesa dell’assegnazione di un porto. I migranti hanno accolto l’arrivo nel porto di Napoli con scene di giubilo: balli, canti e un grande applauso. Tra loro c’è chi è riuscito a mettersi in salvo dopo oltre 72 ore alla deriva nelle acque del Mediterraneo centrale, spesso stipati su imbarcazioni fatiscenti e sovraccariche.

Posti letto al collasso

Ad attendere la nave di Sos Méditerranée e Medici Senza Frontiere, oltre alle forze dell’ordine, c’era l’assessore al Welfare Luca Trapanese. “Sono avvilito, non sappiamo letteralmente più come fare, le nostre comunità di accoglienza sono al collasso” ha dichiarato non appena avuta la conferma dell’approdo della Ocean Viking sotto il Vesuvio.

Già, perché Napoli e la Campania in generale stanno vivendo una situazione di emergenza sul fronte dell’accoglienza dei migranti. I posti letto disponibili sono esauriti da tempo e l’arrivo di queste 254 persone, che secondo il diritto internazionale hanno tutto il diritto di sbarcare in un porto sicuro, mette ulteriormente in difficoltà il sistema di ricezione.

Per ovviare alla mancanza di spazi, il Comune starebbe valutando la riapertura di un centro attualmente chiuso a Posillipo, il “Marechiaro”. Si tratta di una soluzione tampone dettata dall’urgenza, ma che difficilmente potrà risolvere strutturalmente un problema ormai cronico. 

La sfida dell’integrazione

Negli ultimi mesi, complici anche le condizioni meteo favorevoli agli sbarchi, gli arrivi dal Nord Africa sono sensibilmente aumentati. Ora per queste donne, uomini e bambini inizierà un percorso di accoglienza e, si spera, di integrazione nella società italiana. La macchina dell’assistenza umanitaria si è nuovamente messa in moto, nonostante tutte le difficoltà, ma è chiaro che senza un cambio di rotta delle politiche nazionali ed europee, Napoli e l’Italia rischiano di subire ancora l’onda d’urto di un fenomeno epocale come quello migratorio.

di Serena Lena