A Napoli si è svolta una manifestazione di protesta contro la riforma del reddito di cittadinanza, alla quale hanno partecipato circa 300 percettori ormai ex beneficiari della misura.
Il corteo
Il corteo è partito da piazza Garibaldi, dove i manifestanti hanno bloccato la circolazione, per poi dirigersi verso via Marina. Durante il percorso sono stati scanditi slogan contro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rea di aver fortemente voluto questa riforma che di fatto abolirà il reddito di cittadinanza.
La protesta è nata in risposta agli sms ricevuti nei giorni scorsi da migliaia di famiglie, in cui si comunicava lo stop al sussidio a partire dal mese di ottobre. Una decisione, quella del governo, che non è andata giù ai manifestanti, i quali hanno più volte ribadito che “non accetteranno di vivere senza un reddito, come in tutti i paesi civili”.
Arrivati in via Marina, un gruppo di dimostranti ha tentato di accedere all’ingresso dell’autostrada, superando le transenne poste dalle forze dell’ordine. Ne sono seguiti momenti di tensione e tafferugli con la polizia in tenuta antisommossa, che ha bloccato i manifestanti impedendogli di invadere la carreggiata.
Gli scontri si sono protratti per circa un’ora, al termine della quale la situazione è tornata alla normalità. Nessun ferito o fermato da segnalare, solo qualche contuso tra i dimostranti.
La Campania, prima regione in Italia
La Campania è la regione con il più alto numero di beneficiari del reddito di cittadinanza: sono oltre 500mila, circa un sesto del totale nazionale. La misura qui raggiungeva circa il 10% della popolazione, con un importo medio di 645 euro al mese. Numeri che spiegano la vasta eco della protesta.
Il contesto e la posizione del Governo
La manifestazione di Napoli è solo la prima di una serie di proteste attese nelle prossime settimane in tutta Italia. L’addio al reddito di cittadinanza, fortemente criticato per i suoi effetti distorsivi ma al contempo fondamentale per tante famiglie indigenti, creerà non pochi malumori che probabilmente sfoceranno in nuove proteste di piazza.
Il governo Meloni sembra però intenzionato ad andare avanti con la riforma, introducendo a partire dal 2024 una nuova forma di sostegno economico che potrà essere richiesto solo da chi è inabile al lavoro e non più dai disoccupati.
La tensione sociale è dunque destinata a rimanere alta, in una fase economica già complicata dal caro bollette e dall’inflazione crescente. La politica è chiamata a trovare soluzioni efficaci, pena un aumento del rischio di disordini e instabilità.
di Serena Lena