Criminalità Napoli

Accoltellamenti, stese e sparatorie. Gli episodi di microcriminalità si moltiplicano dell’area metropolitana di Napoli tornata nelle ultime settimane al centro della cronaca nazionale.
Ad agire, come chiarito dalle indagini lampo delle forze dell’ordine, sono prevalentemente giovanissimi che imperversano tra la città e la provincia, muniti di armi, che seminano il panico – talvolta – tra le strade e le piazze della movida.

Gli accoltellamenti tra minorenni nella centralissima Galleria Umberto I, la sparatoria a Sant’Anastasia in cui sono rimasti feriti un uomo, una donna e la loro bambina di appena 10 anni, sono solo alcuni degli episodi che hanno rappresentato un vero e proprio campanello d’allarme per le forze dell’ordine da anni alle prese con una vera e propria emergenza.

Le esigue forze messe in campo nulla possono contro le numerose emergenze che il territorio, ogni giorno, pone sul tavolo del Prefetto Palomba. Tra scioglimenti di amministrazioni comunali per infiltrazioni della criminalità organizzata, omicidi di camorra, intimidazioni a politici ed episodi di microcriminalità, è stato proprio il rappresentante del governo a Napoli, nei giorni scorsi, a chiedere un intervento del Parlamento. “La prevenzione non basta più”, ha tuonato Palomba sulle pagine di ‘Repubblica’. Un’affermazione giunta poche ore prima dei fatti di Sant’Anastasia e Nola che hanno dimostrato, nuovamente, quanto le scorribande di giovani armati possano ledere soprattutto inermi cittadini inconsapevoli.

Spari e intimidazioni

A riempire le pagine della cronaca negli ultimi giorni sono stati due episodi che dimostrano l’ampio ‘range’ dell’emergenza sicurezza a Napoli. Prima l’agguato a Sant’Anastasia, poi il raid intimidatorio ai danni del sindaco di Nola hanno colpito due diversi ambiti fondamentali: la sicurezza e la democrazia.

Se nell’area metropolitana di Napoli una bambina viene centrata alla testa da una pallottola vagante sparata da giovanissimi e la vita democratica di una città è ‘intimidita’ con un raid incendiario ai danni del sindaco Buonauro di Nola, vuol dire che i toni dell’emergenza hanno tinte scure e radici profonde, difficili da eradicare tramite la sola prevenzione.

L’intervento dello Stato

“E’ il momento di dare delle risposte che sono prevalentemente delle forze dell’ordine, ma il problema è più ampio. Dovremmo mettere in campo non solo azioni di sicurezza pubblica”: lo ha affermato il Prefetto Palomba a proposito delle babygang e del fenomeno della violenza minorile. Una questione che necessita il supporto delle istituzioni centrali per mettere in campo soluzioni risolutive e non più prorogabili. La rinascita imprenditoriale, culturale e turistica della città meriterebbe una maggiore attenzione anche dalle istituzioni romane.