Paniere della spesa, carrello, istat - NC

L’Istat ha introdotto importanti novità per il calcolo dell’inflazione nel 2025, aggiornando il paniere di riferimento per la rilevazione dei prezzi al consumo e affinando le tecniche di indagine. L’aggiornamento tiene conto delle nuove abitudini di spesa delle famiglie, dell’evoluzione normativa e della necessità di una misurazione più rappresentativa del mercato.

Nel paniere 2025, utilizzato per il calcolo dell’indice NIC (per l’intera collettività nazionale) e del FOI (per le famiglie di operai e impiegati), figurano 1.923 prodotti elementari, rispetto ai 1.915 dell’anno precedente. Il paniere dell’indice IPCA (armonizzato a livello europeo) comprende invece 1.944 prodotti elementari, rispetto ai 1.936 del 2024.

Tra le novità del paniere compaiono prodotti ormai diffusi nei consumi degli italiani, come lo Speck da banco, il Pantalone corto donna, la Lampada da soffitto, il Topper per materasso, la Camera d’aria per bicicletta, le Spazzole tergicristalli e il Cono gelato.

La metodologia di rilevazione dei prezzi si avvale di un enorme flusso di dati: nel 2025 vengono utilizzate circa 33 milioni di quotazioni di prezzo provenienti mensilmente dalla Grande Distribuzione Organizzata (GDO), 388mila rilevazioni effettuate dagli Uffici comunali di statistica, 237mila rilevazioni dirette dell’Istat e 214mila quotazioni dalla banca dati del Ministero delle Imprese e del Made in Italy sui carburanti. Per i canoni di affitto, l’Istat acquisisce circa 1,5 milioni di osservazioni.

A livello territoriale, il calcolo dell’inflazione si basa sui dati raccolti in 80 comuni, che coprono l’84% della popolazione italiana (uno in più rispetto ai 79 del 2024), mentre altri 10 comuni partecipano alla rilevazione di tariffe e servizi locali. Le unità di rilevazione, tra punti vendita, imprese e istituzioni, superano 45mila, mentre 2.900 abitazioni sono analizzate per stimare i canoni di affitto degli alloggi di enti pubblici.

Sul fronte delle tecniche di rilevazione, il 49,4% del paniere NIC viene monitorato con metodi tradizionali, mentre il 25,8% si basa su dati acquisiti direttamente dall’Istat tramite web scraping e fornitori di dati. Un ruolo sempre più rilevante è svolto dagli scanner data, raccolti da 4.250 punti vendita di 19 gruppi della distribuzione al dettaglio, rappresentativi dell’intero territorio nazionale. Questi dati, che coprono prodotti alimentari confezionati e per la cura della casa e della persona, rappresentano il 13,4% del paniere dell’indice NIC.


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