Inps pensione - assegno unico e universale - bonus

Il Rapporto annuale dell’Inps presentato oggi a Roma, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del presidente della Camera Lorenzo Fontana, fotografa una situazione delicata per il sistema pensionistico italiano. Tra pensioni erogate in media a 64,2 anni e la disparità di reddito pensionistico tra uomini e donne, emergono criticità che rischiano di compromettere la stabilità del sistema previdenziale. A questo si aggiunge la perdita di potere d’acquisto per i lavoratori, nonostante l’aumento delle retribuzioni.

Pensioni troppo generose: rischio squilibri per il sistema previdenziale

Secondo l’Inps, l’età media di accesso alla pensione in Italia è di 64,2 anni, grazie alla possibilità di uscire anticipatamente rispetto all’età di vecchiaia. Tuttavia, questo, unito alla generosità dei trattamenti rispetto all’ultima retribuzione, potrebbe causare squilibri nel sistema previdenziale. Le previsioni Eurostat indicano un peggioramento del rapporto tra pensionati e contribuenti, un rischio particolarmente elevato in Paesi come l’Italia, dove la spesa previdenziale è già molto alta.

La pensione media degli uomini supera del 35% quella delle donne

Uno degli aspetti più critici riguarda la disparità di reddito pensionistico tra uomini e donne. Al 31 dicembre 2023, i pensionati in Italia erano circa 16,2 milioni, con 7,8 milioni di maschi e 8,4 milioni di femmine. Tuttavia, il reddito pensionistico medio degli uomini è di 2.056,91 euro, superiore del 35% rispetto ai 1.524,35 euro delle donne. Sebbene le donne costituiscano la maggioranza dei pensionati, rappresentando il 52%, esse percepiscono solo il 44% del reddito pensionistico complessivo, pari a 153 miliardi di euro contro i 194 miliardi percepiti dagli uomini.

Aumento dell’occupazione, ma il potere d’acquisto resta basso

Nel 2023, i lavoratori iscritti all’Inps con almeno una settimana di contributi sono saliti a 26,6 milioni, un incremento di oltre 1 milione rispetto al 2019. Tuttavia, nonostante l’aumento delle retribuzioni lorde del 6,8%, l’inflazione ha eroso il potere d’acquisto. I prezzi, infatti, sono aumentati tra il 15% e il 17%, rendendo l’incremento salariale insufficiente per compensare pienamente la perdita di valore del denaro.

Donne penalizzate: la maternità riduce la carriera e il reddito

Il rapporto Inps evidenzia anche un’altra forma di penalizzazione economica: la maternità. La nascita di un figlio aumenta la probabilità di uscita dal lavoro per le donne, con un picco del 18% nell’anno di nascita, contro l’8% per gli uomini. Inoltre, le donne che non possono beneficiare del congedo di maternità vedono una riduzione dei redditi fino al 76%, rispetto al 16% per quelle che ne usufruiscono. Gli uomini, al contrario, vedono un aumento del reddito di circa il 50% nei sette anni successivi alla nascita di un figlio.

Bloccate oltre 266mila domande di Reddito di cittadinanza a rischio frode

Nel 2023, l’Inps ha intercettato 266.105 domande di Reddito di cittadinanza a rischio frode, risparmiando 1,05 miliardi di euro. Questo grazie al Sistema di Business Intelligence per la legalità e la lotta agli abusi (Sibilla), che ha permesso di individuare potenziali comportamenti fraudolenti.

Assegno di inclusione: erogati 618 euro a 695mila famiglie

Nel primo semestre del 2024, circa 695mila famiglie, per un totale di 1,67 milioni di persone, hanno ricevuto almeno una mensilità dell’Assegno di inclusione, con un importo medio mensile di 618 euro. La maggior parte dei beneficiari si trova nelle regioni del Sud e nelle Isole (69%).


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