Caro energia Campania inflazione

Dal pubblico al privato, il caroprezzi non accenna a calare.

Nel Sud, la Campania subisce forte il colpo dell’aumento energetico. 

Confartigianato lancia l’allarme: solo riferendosi alle piccole aziende con consumo fino a 2000 MWh, si stima un aumento di 21.1 miliardi di euro rispetto all’anno precedente

Ma lo spreco luminoso non riguarda solo gli esercizi commerciali. 

Ciro Verdoliva, direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro, denuncia un aumento del costo medio semestrale legato all’energia elettrica per la struttura sanitaria del 60% rispetto al 2021. Mentre Maura Striano, assessora comunale all’Istruzione, ha dovuto invitare i presidi di tutti gli istituti napoletani a risparmiare energia, dopo aver ricevuto diverse segnalazioni su scuole illuminate anche di notte.

Anche il Comune si scontra col caro bollette. Colpa, oltretutto, di una gestione non ottimale delle risorse energetiche. Lo sottolinea, tra gli altri, la preside dell’Istituto Ristori a Forcella, Stefania Colicelli. Con l’adeguamento al digitale, gli strumenti informatici richiesti nelle scuole sono sempre di più, dalla lavagna al registro elettronico; senza contare i corsi serali e le numerose strutture ancora illuminate a neon, senza risparmio energetico. Dettagli, verrebbe da pensare, che però fanno la differenza, considerando che le vecchie lampadine consumano fino a venti volte l’energia necessaria ai led per produrre la stessa luce. Ma anche adeguare gli istituti a un passaggio verso risorse più economiche, efficienti e sostenibili sarebbe un ulteriore costo per i Comuni.

L’energia costa, ma molti sono gli sprechi

Pagare di più sembra non fermare molti commercianti, che continuano a tenere accese le vetrine anche di notte. Un investimento che, con questa crisi – energetica e ambientale – risulta difficile da giustificare in termini di ritorno pubblicitario per l’attività. 

In un’intervista per Le Iene, il direttore di Lifegate Tommaso Perrone ricorda: “In Italia ci sono circa 730mila negozi. Se tutti avessero le luci spente di notte, si risparmierebbero 4TWH: il fabbisogno energetico annuale di un milione e mezzo di famiglie, cioè quattro milioni e mezzo di italiani”. 

Le luci tenute accese dai negozi nelle ore notturne consumano quanto 13 centrali a gas e un milione di italiani che usano l’auto tutto l’anno, in termini di CO2 emesse. Per non parlare di quanto potrebbero risparmiare proprietari e imprenditori in termini economici. 

Contro lo spreco energetico, si diffonde il parkour

Dove non arrivano gli imprenditori, ci sono i giovani. 

Sempre più atleti e atlete stanno aderendo alla campagna On the spot, che combatte l’illuminazione notturna col parkour. Movimento molto diffuso a Parigi, la città della luce, nasce e cresce come fenomeno di protesta contro l’inquinamento e uno spreco non più sostenibile.

I più recenti sconvolgimenti internazionali ci hanno messo davanti a una realtà che non è più possibile ignorare: la nostra eccessiva dipendenza da fonti energetiche estere e, soprattutto, insostenibili da un punto di vista ambientale. Abbiamo imparato che le risorse a nostra disposizione non sono infinite e iniziamo, forzati, ad adeguarci. Con i cittadini che riducono l’uso dei riscaldamenti, anche per non pesare troppo in bolletta, cresce la consapevolezza di un’altra esigenza: fare ognuno la propria parte. 

 

Di Fabiana Stornaiuolo