Pnrr obiettivi terza rata
Nella foto Il PNRRPhoto Roberto Monaldo / LaPresse

Terza rata del PNRR in dirittura d’arrivo. Il target intermedio dei 7.500 posti letto negli studentati da raggiungere entro la fine del 2022 sparisce, quella quota viene inclusa nei 60mila posti previsti entro la fine del 2026.

Così la terza rata del Pnrr per l’Italia sarà decurtata di 519 milioni di euro, con l’accordo di recuperarli all’interno della quarta rata. È questa, a quanto spiegano fonti di governo, la modifica di cui si è discusso nella Cabina di regia, una soluzione che consentirebbe di sbloccare lo stallo su questa tranche, che l’Italia attende da quasi sette mesi.

“Dopo un’approfondita interlocuzione con la Commissione Europea, oggi il Governo italiano ha presentato nella riunione della Cabina di Regia sul Pnrr una richiesta di modifica in materia di riforma degli alloggi per studenti, al fine di inserire una nuova milestone nella quarta rata; chiarire le condizioni e gli obiettivi della misura; correggere alcuni errori materiali”. Lo riferisce una nota di Palazzo Chigi.

Le modifiche

“In accordo con la Commissione, le modifiche proposte non avranno alcun impatto sull’importo complessivo dei pagamenti che l’Italia riceverà nel 2023 con la terza e la quarta rata (per un importo totale di 35 miliardi di euro). La terza rata prevedrà 54 obiettivi per 18,5 miliardi di euro, mentre la quarta 28 obiettivi per 16,5 miliardi. Il totale di 35 miliardi di euro previsto dal Pnrr nel 2023 sarà incassato per intero”, si legge nella nota.

S&P, Italia e Spagna in ritardo su utilizzo dei fondi Pnrr

L’utilizzo dei fondi del Dispositivo per la ripresa e la resilienza (Rrf) dell’Ue è in netto ritardo rispetto alla scadenza iniziale del 2026 in Spagna e in Italia. Lo affermano in una nota gli analisti di S&Psecondo i quali “alla fine del 2022 la Spagna e l’Italia hanno utilizzato rispettivamente solo il 10% e il 20% delle risorse disponibili”. “Sembra sempre più probabile che questi Paesi, così come altri governi che stanno beneficiando di ingenti sovvenzioni da parte dell’Unione Europea – proseguono – chiedano più tempo per intraprendere progetti di investimento complessi che riguardano gli obiettivi climatici, la digitalizzazione e la coesione sociale”.