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Si cristallizza la frattura tra Federmeccanica, Assistal e le principali sigle sindacali Fim, Fiom e Uilm in merito al rinnovo del contratto collettivo nazionale del settore metalmeccanico, scaduto lo scorso giugno. I rappresentanti dei lavoratori, che contano circa 1,5 milioni di addetti, hanno deciso di interrompere il dialogo con le associazioni datoriali e proclamare uno sciopero di otto ore in tutte le aziende del comparto, in aggiunta al blocco delle flessibilità e degli straordinari.

La controversia salariale

Al centro della rottura, la richiesta dei sindacati di un aumento salariale di 280 euro al mese su tre anni per il livello medio, contro la proposta di Federmeccanica e Assistal di un aumento legato all’inflazione (Ipca-Nei), quantificato a circa 173 euro in quattro anni, che estenderebbe la durata del contratto fino al 2028.
“Grave è la volontà di Federmeccanica e di Assistal di voler cambiare le regole del modello contrattuale, che nella sostanza significa nessun aumento certo per i prossimi anni ma tutto legato all’andamento dell’inflazione,” hanno affermato Ferdinando Uliano (Fim Cisl), Michele De Palma (Fiom Cgil) e Rocco Palombella (Uilm), esprimendo scontento anche per la mancata stabilizzazione dei contratti precari e l’assenza di risposte su tematiche come la riduzione dell’orario di lavoro a 35 ore.

Le posizioni opposte delle associazioni datoriali

Dal canto loro, Federmeccanica e Assistal hanno difeso la proposta, evidenziando come offra un beneficio economico complessivo di circa 7.010 euro per il livello C3 nel periodo 2025-2028, tra aumenti e incentivi. “La nostra proposta è la risposta a chi dice che non vogliamo rinnovare il Ccnl nonostante le gravissime difficoltà del nostro settore,” hanno dichiarato le associazioni, rispedendo al mittente le accuse di chiusura avanzate dai sindacati.
Secondo Federmeccanica e Assistal, l’aumento legato all’inflazione e l’inclusione di strumenti come i flexible benefit tengono in considerazione le sfide economiche del comparto, permettendo comunque vantaggi aggiuntivi per i lavoratori.

L’impatto dello sciopero e le richieste dei sindacati

Lo sciopero, che si articolerà su base territoriale, rappresenta solo il primo passo di una stagione di mobilitazioni volta a ottenere, oltre agli aumenti salariali, miglioramenti normativi in tema di welfare, salute e sicurezza, inquadramento professionale e condizioni contrattuali per i lavoratori del settore.
“Insignificanti – hanno dichiarato unitariamente Fim, Fiom e Uilm – sono state le risposte per quanto riguarda la stabilizzazione dei contratti di lavoro precari e la riduzione dell’orario di lavoro. Su queste basi, era per noi impossibile continuare il confronto.”
Resta da vedere se l’azione sindacale porterà le associazioni datoriali a un nuovo tavolo di trattative in tempi brevi, ma la frattura tra le parti, aggravata da settimane di negoziati infruttuosi, appare al momento insanabile.


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