Tutti sappiamo quanto eccesso normativo, burocratico e regolamentare aumenti esponenzialmente il rischio di irregolarità, contenziosi e corruzione. Ma abbiamo tutti il dovere di estirpare questo male. Siamo chiamati ad affrontare le grandi sfide dell’Intelligenza artificiale e della transizione gemella, digitale e green, sostenendo e accompagnando le PMI nei processi di riconversione dei sistemi di produzione e la propria organizzazione aziendale. C’è bisogno, però di una terapia d’urto, di agire per risolvere i problemi endemici del nostro Paese, primo fra tutti la semplificazione della burocrazia che di fatto ostacola gli investimenti nonostante molti fondi di investimento internazionali guardino all’Italia con grande interesse.
Nel suo articolo sul Corriere delle Sera, Sabino Cassese è chiaro, l’Italia nella classifica redatta dalla Banca Mondiale, “Doing Business” è al 58 posto nell’elenco delle 190 economie del mondo per facilità di svolgere attività d’impresa, preceduta dal Kenia e dal Kosovo e seguita dal Cile e dal Messico. E’ evidente che occorre maggiore libertà economica che si può raggiungere solo avviando un concreto processo di semplificazione della burocrazia.