Siccità

Situazione drammatica nel nord Italia a causa della siccità che da mesi interessa le regioni settentrionali. La siccità ogni anno che passa prende sempre più il sopravvento su tutto il territorio italiano e le riserve idriche rischiano di esaurirsi.

Da oltre 70 anni non si registrava in Italia una situazione di tale portata. Le ragioni della crisi idrica delle regioni settentrionali sono da ricercarsi nella scarsità di neve dello scorso inverno e, soprattutto, nell’assenza di piogge da oltre 110 giorni. Le temperature, di 3/4 gradi superiori alle medie stagionali, concorrono a peggiorare una situazione che sta assumendo dimensioni drammatiche.

Ciò che ne consegue è una situaione di affanno sia per gli allevamenti che per le coltivazioni, nonché il rischio di un razionamento delle forniture per la popolazione. Una crisi che sta investendo anche il settore idroelettrico – che da solo fornisce il 15% dell’energia – dimezzato rispetto allo scorso anno.

“Siamo appena nella seconda decade di giugno – viene ricordato da Coldiretti – eppure i danni ammontano già a oltre il 20 per cento dei raccolti”.

Confronto Coldiretti-Governo

Una valutazione della situazione di emergenza causata dalla siccità e possibili misure di intervento. Saranno questi i temi, secondo quanto s’apprende, di una riunione del governo che dovrebbe svolgersi in settimana.

“A fronte di una crisi idrica la cui severità si appresta a superare quanto mai registrato dagli inizi del secolo scorso, chiediamo che venga dichiarato al più presto lo stato di emergenza nei territori interessati, tenuto conto del grave pregiudizio degli interessi nazionali”. E’ quanto chiesto dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini nella lettera inviata al presidente del Consiglio Mario Draghi in merito alla grave siccità che interessa la Penisola nel chiedere “l’intervento del sistema della Protezione civile per coordinare tutti i soggetti coinvolti, Regioni interessate, Autorità di bacino e Consorzi di bonifica, e cooperare per una gestione unitaria del bilancio idrico”.

Il piano nazionale per gli invasi

Accanto a misure per immediate per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione, per Prandini “appare evidente l’urgenza di avviare un grande piano nazionale per gli invasi che Coldiretti propone da tempo. Raccogliamo – denuncia il presidente della Coldiretti – solo l’11% dell’acqua piovana e potremmo arrivare al 50% evitando così situazioni di crisi come quella che stiamo soffrendo anche quest’anno.

Si tratta di emergenze sempre più ricorrenti con un costo negli ultimi 10 anni che supera i 10 miliardi di euro e per questo – conclude Prandini – “l’Italia ha bisogno di nuovi invasi a servizio dei cittadini e delle attività economiche, come quella agricola che in presenza di acqua potrebbe moltiplicare la capacità produttiva”.