Superbonus

Il tema del superbonus al 110% è al centro del dibattito poiché è in scadenza in alcune sue parti ed a breve si insedierà il nuovo governo. Nei prossimi mesi perderà la parte dedicata a case unifamiliari e immobili autonomi ed a fine 2023 andrà in pensione, chiudendo la porta anche ai lavori condominiali. Restano da capire le ipotesi future per le quali è alta l’attenzione degli addetti ai lavori. Intanto l’Ance (Associazione nazionale costruttori edili), insieme al comparto industriale, sta lavorando per una proroga di sei mesi rispetto alle scadenze in calendario, che consenta di recuperare il tempo perduto a causa delle modifiche sulla cessione dei crediti.

La sorte del Superbonus

Ma il nodo è capire cosa ci sarà del superbonus al 110% nella prossima manovra di bilancio che, difatti, passerà tra le mani di Draghi e poi della Meloni. L’ipotesi è che Fratelli d’Italia stia ragionando su un riordino dei bonus edilizi, lasciando spazio a una detrazione più contenuta (60-70%) al posto del 110%, garantita però a lungo termine e parametrata al reddito del beneficiario e al tipo di immobile. Farà differenza anche se prima o seconda casa. Al momento, per i condomìni, nell’ambito del superbonus è prevista una riduzione dal 110% al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025.

Il raggiungimento degli obiettivi

L’obiettivo è tenere insieme sostenibilità, strutturalità delle misure e capacità di spingere l’economia. Saranno in tal senso attenzionati anche altri bonus come quelli per le barriere architettoniche al 75%, che hanno dato risultati interessanti ma che sono in scadenza. L’obiettivo di Ance in ogni caso è mantenere e rendere strutturali i bonus edilizi in linea con il raggiungimento degli obiettivi europei di risparmio energetico e messa in sicurezza sismica del patrimonio immobiliare. Inoltre si chiedono norme più snelle e chiare sulla cessione dei crediti.

M. Alt.