Dazi Donald Trump Firma

Tanto tuonò che piovve. L’amministrazione Trump ha annunciato una nuova ondata di dazi commerciali che interesserà oltre sessanta paesi e che entrerà in vigore in due fasi, il 5 e il 9 aprile 2025. Il presidente americano ha definito la misura una “dichiarazione di indipendenza economica”, volta a proteggere i lavoratori americani e riequilibrare il commercio internazionale.

I nuovi dazi e le economie più colpite

Le nuove tariffe prevedono un’aliquota minima del 10% per tutti i paesi coinvolti, con punte più elevate per alcuni mercati chiave. La Cina sarà soggetta a un dazio del 34%, l’Unione Europea del 20%, il Vietnam del 46% e la Svizzera del 31%.

L’obiettivo, secondo Trump, è riequilibrare il deficit commerciale tra gli Stati Uniti e le economie con cui intrattengono rapporti commerciali significativi. Le uniche nazioni escluse dalla misura sono la Russia e la Corea del Nord, una decisione che solleva interrogativi sul piano geopolitico.

La “formula” alla base delle nuove tariffe

Le dichiarazioni di Trump hanno suscitato un’ondata di scetticismo tra esperti e analisti, che si sono interrogati sulla metodologia utilizzata per determinare le percentuali applicate. Secondo diverse fonti, l’amministrazione avrebbe adottato un metodo semplificato, basato sul rapporto tra il deficit commerciale degli Stati Uniti e il surplus commerciale dei paesi partner.

Ad esempio, il deficit commerciale con la Cina nel 2024 ammontava a 295,4 miliardi di dollari, a fronte di un export totale di 439,9 miliardi, determinando un surplus cinese del 67%. Il dazio del 34% sarebbe quindi il risultato dell’arrotondamento della metà di questo valore.

Un calcolo simile è stato applicato all’Unione Europea, il cui deficit commerciale con gli Stati Uniti nel 2024 era di 198,2 miliardi di dollari, con un export totale di 531,6 miliardi. Secondo Trump, i dazi europei equivalgono al 39% delle esportazioni statunitensi, e quindi gli USA applicheranno una tariffa del 20%.

Reazioni e prospettive

L’annuncio ha immediatamente scatenato reazioni a livello internazionale, con le principali economie del mondo che stanno valutando contromisure. L’Unione Europea e la Cina, in particolare, potrebbero rispondere con nuovi dazi sulle importazioni americane, aprendo un nuovo capitolo nella guerra commerciale globale.

Trump, tuttavia, rimane fermo sulla sua posizione, sostenendo che la mossa garantirà nuovi investimenti negli Stati Uniti, citando il coinvolgimento di aziende come Meta, Apple, Honda e Stellantis.

L’introduzione di queste misure segna un punto di svolta per il commercio globale e potrebbe ridefinire gli equilibri economici internazionali nei prossimi mesi. La comunità finanziaria e i governi di tutto il mondo attendono ora di vedere quali saranno gli effetti concreti di questa nuova politica protezionista.


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