Accise Diesel e benzina

Il riordino delle accise disposto dal recente decreto del Governo, che secondo le previsioni doveva mantenere inalterato il costo complessivo dei carburanti grazie a un bilanciamento tra l’aumento del diesel e la riduzione della benzina, si sta rivelando tutt’altro che neutro per i consumatori. Il prezzo del gasolio è aumentato come previsto, ma la benzina non ha registrato il calo atteso. È questa la denuncia dell’Unione Nazionale Consumatori (UNC), che ha analizzato l’impatto della misura attraverso i dati ufficiali del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit).

Come temevamo, purtroppo, non è così. Il gasolio è salito, ma la benzina è rimasta al palo”, afferma il presidente dell’UNC, Massimiliano Dona. Lo studio dell’associazione evidenzia come in autostrada la benzina self-service abbia subito una riduzione trascurabile di appena 0,1 centesimi al litro, equivalente a un risparmio di soli 5 centesimi su un pieno da 50 litri. Al contrario, il gasolio è aumentato di 1,5 centesimi al litro, con un aggravio di 75 centesimi a rifornimento, cioè 15 volte il risparmio sulla benzina.

Anche a livello regionale la situazione non migliora. Secondo l’analisi UNC basata su una media aritmetica dei prezzi medi regionali, la benzina è scesa di appena 0,4 centesimi al litro, con un risparmio complessivo di 20 centesimi per un pieno. Di contro, il diesel ha registrato un incremento di 1,3 centesimi al litro, comportando un costo aggiuntivo di 66 centesimi per rifornimento, ovvero oltre tre volte il risparmio registrato sulla benzina.

Il provvedimento del Governo, che avrebbe dovuto essere una “partita di giro” a impatto zero, si traduce nei fatti in un ulteriore peso sui bilanci delle famiglie e degli autotrasportatori, penalizzando soprattutto chi utilizza il diesel per esigenze lavorative. L’UNC solleva quindi dubbi sull’efficacia della misura e chiede un monitoraggio costante dell’impatto reale sui prezzi al consumo.

In un contesto di inflazione ancora sensibile e con i costi energetici che restano un nodo cruciale per la competitività e la coesione sociale, la trasparenza nella formazione dei prezzi dei carburanti torna a essere una priorità sia per la tutela dei cittadini sia per la credibilità delle politiche fiscali.


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