La Banca Centrale Europea (BCE) ha annunciato un nuovo taglio dei tassi di interesse, con una riduzione di 25 punti base, portando il tasso sui depositi dal 3,75% al 3,50% e quello sui rifinanziamenti principali dal 4,25% al 3,65%. Questa decisione, comunicata dalla presidente Christine Lagarde durante una conferenza stampa, arriva a seguito della valutazione di un raffreddamento sostenibile dell’inflazione, vicina all’obiettivo del 2%. Tuttavia, Lagarde ha sottolineato che la BCE “manterrà i tassi a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario” per garantire il ritorno dell’inflazione al target prefissato.
La BCE non si impegna a un percorso specifico di tassi, ha detto Lagarde, confermando una politica flessibile di aggiustamenti in base all’evoluzione dei dati macroeconomici. La presidente ha anche ribadito che la vigilanza unica europea continuerà a operare in piena indipendenza riguardo alla regolamentazione bancaria, in riferimento all’acquisizione di un pacchetto di azioni di Commerzbank da parte di Unicredit.
Un taglio più ampio per i rifinanziamenti alle banche
Con l’introduzione del nuovo quadro operativo annunciato dalla BCE a marzo, il tasso sui rifinanziamenti principali è stato soggetto a un ridimensionamento complessivo di 60 punti base, di cui 25 punti relativi alla riduzione del costo del denaro e 35 dovuti a un aggiustamento tecnico. Questo ha portato il tasso sui rifinanziamenti dal 4,25% al 3,65%, segnando un’importante svolta nella politica monetaria dell’Eurozona, orientata verso una normalizzazione dopo anni di politiche espansive come il quantitative easing.
Lagarde ha confermato le stime dell’inflazione per i prossimi anni: 2,5% per il 2024, 2,2% per il 2025 e un ritorno al 1,9% nel 2026. Nonostante un atteso aumento temporaneo dei prezzi nella seconda metà del 2023, dovuto al termine dell’effetto di ribasso dell’energia, la BCE si aspetta un ritorno dell’inflazione vicino al target già nel corso del 2024.
Un’Europa che si raffredda ma senza perdere stabilità
Dopo un lungo periodo di rialzi per combattere l’inflazione, la BCE ha iniziato a ridurre i tassi per sostenere la crescita e per evitare una recessione, specialmente nelle economie più deboli come quella tedesca. Tuttavia, Christine Lagarde ha sottolineato l’importanza di non impegnarsi in un percorso predefinito di riduzione dei tassi, lasciando aperta la possibilità di ulteriori interventi qualora l’inflazione dovesse risalire.
Questa scelta ha avuto effetti immediati sui mercati finanziari. Nonostante un’iniziale moderazione dei guadagni, Piazza Affari ha chiuso con un rialzo dello 0,6%, in linea con le altre principali borse europee. Gli spread tra i BTP italiani e i Bund tedeschi sono rimasti stabili, intorno ai 140 punti base, segno di una situazione relativamente tranquilla per i titoli di Stato.
Le critiche di Tajani: “Serviva più coraggio”
Nonostante il taglio, per alcuni esponenti politici la mossa della BCE è stata insufficiente. Il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani, ha espresso la sua delusione: “Mi aspettavo una scelta più coraggiosa da parte della BCE, 0,25% è troppo poco. Dobbiamo puntare sulla crescita e l’inflazione è in calo”. Tajani ha ribadito la necessità di una riforma della BCE, sostenendo che l’istituto centrale non dovrebbe limitarsi a controllare l’inflazione, ma anche sostenere la crescita economica dell’Eurozona. “Se il costo del denaro è eccessivo, ed è eccessivo, non c’è motivo per tagliare solo dello 0,25%. Non dobbiamo cedere ai capricci rigoristi, anche quelli della Germania”.
Tajani ha sottolineato la necessità di una riforma più ampia che permetta alla BCE di essere più incisiva nel sostegno alla crescita economica, oltre al suo ruolo tradizionale di guardiana dell’inflazione.
Guardando al futuro
Nonostante la cautela di alcuni esponenti, il percorso della BCE verso la normalizzazione della politica monetaria sembra tracciato. Con il nuovo “operational framework” entrato in vigore, la BCE ha l’obiettivo di riportare l’approvvigionamento bancario al mercato monetario, riducendo la liquidità fornita attraverso programmi straordinari. Tuttavia, l’istituto si mostra prudente nel non voler accelerare eccessivamente il ritmo dei tagli, mantenendo la flessibilità per rispondere agli sviluppi economici.
In attesa della prossima riunione della BCE, il focus si sposta ora sulla Federal Reserve statunitense, il cui meeting del 17-18 settembre potrebbe dare indicazioni ulteriori sulle prossime mosse delle politiche monetarie globali.
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