Borsa Milano, spread, inflazione

Le speranze di un allentamento delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina sono durate solo poche ore. Dopo che alcune indiscrezioni avevano parlato di una sospensione di 90 giorni dei dazi, la notizia è stata seccamente smentita dalla Casa Bianca, gettando i mercati finanziari globali nel caos.

Attraverso un post pubblicato su Truth Social, Donald Trump ha confermato lo stop immediato a “tutti i colloqui” con Pechino, annunciando invece l’apertura di negoziati con altri Paesi che hanno manifestato l’intenzione di avviare trattative. Una dichiarazione che ha avuto un impatto immediato sulle Borse internazionali, già appesantite da un clima di incertezza crescente.

Wall Street, che aveva aperto con un forte calo, ha provato a recuperare terreno limitando momentaneamente le perdite a -0,25%, ma è tornata successivamente a scendere. In Europa, quella di oggi è stata la terza seduta consecutiva in forte rosso, con un’ondata di vendite che ha travolto tutti i listini del continente.

A Milano, l’indice FTSE Mib ha chiuso con un tonfo del 5,18%, scendendo a 32.853 punti, mentre Madrid ha registrato la peggiore performance con una perdita del 5,1%. Male anche Parigi e Amsterdam, entrambe in calo del 4,7%, seguite da Londra (-4,4%) e Francoforte (-4%).

La reazione dell’Asia è stata ancora più drammatica. La seduta si è aperta con un forte ribasso a Shanghai, che ha perso quasi il 4,5% in apertura e ha chiuso con un calo di oltre il 7,3%. Ancora peggio è andata a Hong Kong, crollata del 12%, e a Tokyo, che ha segnato un ribasso finale del 7,8%. A Shenzhen il tonfo è stato superiore al 10%, mentre Seul ha chiuso con una perdita del 5,57%, registrando la peggiore giornata dai tempi dell’estate 2024.

Le dichiarazioni di Trump arrivano in un momento già delicato, mentre l’Unione Europea lavora a una risposta coordinata alla stretta commerciale americana. Il rischio di una nuova escalation protezionistica globale preoccupa fortemente gli investitori, mentre l’economia internazionale resta esposta a crescenti tensioni geopolitiche e instabilità finanziaria.

In questo contesto, la volatilità potrebbe restare elevata anche nei prossimi giorni, con i mercati che attendono nuovi segnali dalla diplomazia internazionale e dalle autorità monetarie.


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