Brics

Il prossimo autunno potrebbe rivelarsi determinante per il futuro del progetto di moneta unica dei BRICS, annunciato durante il vertice di Johannesburg lo scorso anno. L’iniziativa mira a favorire gli scambi commerciali tra le economie emergenti che compongono l’asse dei BRICS, ora allargato a dieci membri, con l’obiettivo di rompere l’egemonia del dollaro.

Le tensioni geopolitiche tra gli Stati Uniti e Paesi come Iran e Russia, membri del blocco BRICS allargato, hanno accelerato il sostegno a questa iniziativa. Russia e Iran, in particolare, stanno spingendo con convinzione per la realizzazione della nuova moneta unica a causa delle sanzioni imposte dagli USA. L’ambasciatore iraniano in Russia, Kazem Jalali, ha sottolineato che oltre il 60% del commercio bilaterale tra i due Paesi avviene già in rubli e rial, dimostrando la volontà di bypassare il dollaro.

Tuttavia, nonostante gli sforzi, il progetto di una valuta unica, denominata R5, dalle iniziali delle valute dei Paesi fondatori (real brasiliano, rublo russo, rupia indiana, renminbi cinese e rand sudafricano), presenta diverse sfide complesse. Il viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, ha recentemente riconosciuto che la questione non è priva di difficoltà. La creazione di un’unica banca centrale che fissi un tasso di sconto comune e la possibilità di erogare prestiti ai Paesi membri sono solo alcune delle problematiche ancora da risolvere.

Il progetto ha preso ufficialmente il via con il vertice di Johannesburg, dove, in concomitanza con l’annuncio dell’allargamento dell’organizzazione, il Presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva ha dichiarato che “questa valuta consentirà maggiori scambi tra paesi come il Brasile e il Sudafrica senza dipendere dalla valuta di un paese terzo”, sancendo così una potenziale fine dell’egemonia internazionale del dollaro.

Il debutto della moneta dei BRICS potrebbe avere conseguenze significative per l’economia globale. La de-dollarizzazione potrebbe portare a un mercato valutario più decentrato, favorendo il multilateralismo negli scambi e riducendo il potere del dollaro. Inoltre, la nuova valuta permetterà ai Paesi Emergenti di scambiare beni e servizi bypassando i sistemi di regolamento occidentali. Questo è particolarmente rilevante per Paesi come la Russia e l’Iran, che, essendo stati esclusi dal sistema SWIFT, hanno già collegato i loro sistemi di pagamento locali, MIR e SHETAB.

Il prossimo autunno sarà quindi cruciale per comprendere se e come il progetto R5 potrà effettivamente concretizzarsi e quale sarà il suo impatto sugli equilibri economici mondiali.


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