Brics Lula Xi Jinping

Nuovi equilibri economico-politici si fanno spazio nel mondo, investendo principalmente i Paesi emergenti. L’occidente, chiuso nel suoi guscio, o meglio nella sua bolla, ignora o – forse – finge di non vedere la crescita dei BRICS e il suo potenziale.

I BRICS, Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa, continuano a stringere patti di collaborazione commerciale e politica che sfociano in una vera e propria strategia per la creazione di un ‘Nuovo ordine globale’ che passerà necessariamente attraverso il tentativo di isolamento – non solo economico – degli Stati Uniti.

Il ‘patto’ tra i cinque Paesi (che potrebbe presto aprirsi a nuove adesioni) potenzialmente potrà cambiare gli equilibri mondiali in vigore sin dal secondo dopoguerra. Attualmente, i Paesi BRICS lavorano su una progressiva dedollarizzazione delle transazioni commerciali globali: un duro colpo per la valuta statunitense che finora ha potuto godere di un sostanziale monopolio. Ed è proprio questa egemonia che i cinque ‘alleati’ stanno tentando di abbattere, a spese anche dell’Europa.

In concomitanza con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia questo processo ha subito una brusca accelerazione. Le sazioni che avrebbero dovuto demolire l’economia russa hanno invece rafforzato i legami e velocizzato un progetto di indipendenza ancora in fase embrionale prima del febbraio del 2022.

Secondo la società britannica di consulting Acorn – inoltre – i paesi aderenti ai BRICS, Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa avrebbero superato i paesi del G7 in termini di prodotto interno lordo (PIL).

Da Lula a Lula…

Era il Era il 2010, quando a Brasilia, Luiz Inácio Lula da Silva pronunciò lo ‘statuto’ della nuova alleanza in occasione del vertice dei BRIC (il Sud Africa ha aderito successivamente): “Abbiamo un ruolo fondamentale nella creazione di un nuovo ordine mondiale”, disse all’assemblea.

Oggi, 14 anni dopo, in occasione di una storica visita a Pechino, Lula ha esortato i paesi in via di sviluppo a ‘liberarsi’ dal dollaro. “Perché non possiamo commerciare in base alle nostre valute?”, ha detto Lula, ospite di Xi Jinping. “Chi è stato a decidere che il dollaro fosse la valuta dopo la scomparsa del gold standard?”.

Parlando alla New Development Bank di Shanghai, il presidente brasiliano ha chiesto che i Paesi BRICS stabiliscano una valuta comune con la quale possano effettuare transazioni. “Perché una banca come quella dei BRICS non può avere una moneta per finanziare le relazioni commerciali tra Brasile e Cina, tra Brasile e altri Paesi? È difficile perché non siamo abituati. Tutti dipendono da una sola valuta”.

L’inesorabile ascesa

Le parole di Lula scandiscono la nuova missione dell’alleanza. La creazione di un ‘nuovo ordine’ potrebbe passare proprio attraverso il rafforzamento degli scambi commerciali tra i paesi della ‘nuova alleanza’. La guerra al dollaro – e dunque agli Stati Uniti – si sta giocando sul campo finanziario, un terreno inedito che potrebbe portare a risvolti inaspettati e – per alcuni versi – rivoluzionari.

E l’Italia? Resta a guardare?