Caro benzina prezzo carburante

Lo Stato passa all’incasso. Le partenze estive hanno portato nelle casse circa 2,27 miliardi di euro derivantida accise e Iva sui carburanti. Una cifra motivata anche dagli aumenti registrati nelle ultime settimane in corrispondenza con il cosiddetto esodo e le partenze alla spicciolata nel mese di luglio. E mentre le istituzioni parlano di normali oscillazioni, i consumatori sono sempre più convinti che, invece, si tratti di una manovra speculativa per passare all’incasso, appunto.

Il prezzo della benzina continua a salire. Ipotizzando 15 milioni di autovetture benzina-gasolio in circolazione sulle autostrade e una media di 3 pieni solo per gli spostamenti e successivo ritorno, si stima che lo Stato incassi 2.275.875.000 euro grazie alla tassazione sui carburanti (media tra tasse benzina/gasolio: 1.513.125.000 a titolo di accise, 762.750.000 a titolo di Iva). La stima è di Assoutenti che chiede al governo un intervento immediato. Molti i dubbi sulla validità dei nuovi cartelloni con i prezzi medi.

La nota del Mimit

“Il prezzo industriale della benzina depurato dalle accise è inferiore rispetto ad altri Paesi europei come Francia, Spagna e Germania”. Così in una nota il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sul caro-benzina, spiegando come sia “falso quanto affermano alcuni esponenti politici che il prezzo di benzina e gasolio sia fuori controllo, anzi è vero il contrario: l’Italia ha fatto meglio di altri Paesi europei”.

“Appare davvero strano – prosegue Urso – che se la prendano con una misura risultata pienamente efficace che ha consentito, in un sistema di mercato, di contrastare la speculazione, dando piena trasparenza e quindi consapevolezza e capacità di scelta al consumatore. Sono contrari anche alla trasparenza?”. Il ministro si riferisce alle critiche rivolte da alcuni esponenti politici alla misura che prevede l’esposizione del prezzo medio regionale dei carburanti nelle stazioni di servizio.

Parola ai gestori degli impianti…

Replicano i gestori degli impianti della Fegica: “oggi per il sedicesimo giorno consecutivo i prezzi medi dei carburanti comunicati dal Mimit hanno subito un aumento. Il cartello dei prezzi medi, imposto ai
distributori dal governo, nulla ha potuto, né ha mai avuto alcuna possibilità di farlo, contro gli aumenti dei prezzi dovuti ai valori in ascesa dei mercati internazionali dei prodotti. La misura non solo è inutile ma rischia di essere controproducente”.

La federazione chiede “una riforma strutturale del settore” e spiega che l’attuale governo “ha inserito una clausola ‘taglia accise’ collegata a un livello di prezzo troppo alto per essere funzionale nelle presenti
condizioni di emergenza”.  “E’ arrivato il momento che il governo abbandoni slogan e giustificazioni poco credibili – conclude Fegica – prendendo seriamente in esame l’ipotesi di mettere le mani sulla
tassazione dei carburanti, fosse pure temporaneamente. Contrariamente assuma la piena responsabilità delle sue decisioni senza provare a scaricare nuovamente la colpa su altri e le spieghi ai cittadini/automobilisti”.